martedì 22 marzo 2011

Recensione Indierocketradar with M!R!M + Vomit Tongues + Bob in the Box + Wyns! @ Rocket


15/03/2011

Arrivo al Rocket in perfetto orario e mi fiondo diretta al bar perché fuori c'è un tempo da lupi. La serata comincia però un bel po' dopo, verso le 23, quando sale sul palco la prima band, gli Wyns, una indie band composta da cinque ragazzi di Luino. Hanno un repertorio fatto di ottimi pezzi molto orecchiabili e talvolta anche molto emozionanti; di certo i cinque ragazzi sanno il fatto loro. Il loro suond è un mix tra Strokes e Editors, molto Maccabees. Un'ottima mezz'ora di live che apre una grande serata. C'è già un bel po' di gente ad ascoltarli, ma la sala concerti non è ancora piena.
I secondi sono i Bob in the box, sono rimasti in tre (ormai da un po') ma è come se suonassero in mille; sanno regalare una varietà di suoni incredibile. Elemento che li contraddistingue è buonissima base ritmica, una batteria potente e importante, con arrangiamenti che ti fanno davvero gasare. Oltre a proporci molti dei loro pezzi, questa sera ci presentano anche una grandissima cover, “The shadowplay” dei Joy Division, che eseguono egregiamente. Suoni ottimi e un bel coinvolgimento da parte del pubblico.
Finita la loro performance bisogna lasciar spazio al wild. I Vomit Tongues sono quel suono che da un taglio netto con i gruppi precedenti; hanno portato il garage punk (quello più violento e casinista) dentro alle porte del Rocket, e l'hanno fatto tremare nel vero senso della parola. Il cantante si agita e ri-agita, fa schizzare il microfono ovunque e alla fine lo rompe, tant'è che ad un certo punto ci canta dentro ma non si sente quasi niente. Poi, non contento, tira delle botte assurde al piatto della batteria... l'asta dopo un po' cede e finisce per rompersi pure quella, così vanno avanti a suonare gli ultimi pezzi con il batterista che non può usare uno dei due piatti. Lì davanti, tra i piedi del cantante e quelli dei primi sotto il palco, campeggia una bottiglia di birra (no, erano più di una) che a fine concerto non è vuota, di più. Comunque il pubblico che li segue non è il solito di sempre; c'è un misto di eccitazione e imbarazzo... l'eccitazione, quando si assiste ad un concerto dei Vomit, è data dal fatto che sei lì perché sai che potrai goderti appieno uno show grezzo, puro e selvaggio, capace di farti apprezzare il “lato oscuro” della musica live milanese. Ma l'imbarazzo sui volti di alcuni presenti non l'avevo ancora notato e probabilmente è da attribuire al fatto che i ragazzi non hanno trasmesso (questa sera e almeno per quanto mi riguarda) quel qualcosa in più: forse è mancato il gusto, il vero intento, non si atteggiano più come li ho visti in passato per le prime volte... sembra che debbano spaccare il mondo ma in realtà non riescono a spaccare molto... se non microfoni & co. Conto di vederli più genuini in futuro.
Comunque, finito il live dei Vomit Tongues, ci si accorge facilmente ovunque ti giri che il Rocket è praticamente tappato dalla gente, bar e sala concerti sono strapieni. Gli ultimi a salire sul palco sono i M!R!M, (che sta per My Rockin' Mother). Due giovani ragazzi che infiammano il locale con un suond aggressivo e trascinante. Nel casino di gente più totale eseguono i loro pezzi, tutti marcati da una traccia post/punk con scie new wave. Una voce intensa crea un effetto evocativo, effetti distorti provocano agitazione (quella buona!). Ciò che gli M!R!M sono è un miscuglio esplosivo di caos, velocità, violenza e calore; i pezzi che suonano stasera sono tutti super-rapidi. Grandissimo divertimento e persone ammassate una addosso all'altra... unico piccolissimo difetto è forse il fatto che dopo un po' mi è sembrato di sentire sempre la solita roba... ma sono sicura che la prossima volta potrò ascoltarli con più attenzione e pentirmi di ciò che ho appena detto.
Finiti i live, il Rocket non accenna a svuotarsi, anzi, chi per pigrizia o disinteresse era rimasto al bar, adesso si riversa sotto la consolle come un fiume in piena e io sinceramente così tanta gente presa a ballare sul Djset che è andato avanti fino a quasi alle 3 di notte non l'avevo mai vista.

Recensione di Arianna
Foto di Giovanni Rabuffetti
Altre fotografie della serata le trovate qui (Indierocketradar)

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