domenica 28 novembre 2010

Recensione Daisy Chains + Likely Lads Live @ Edonè! (BG)


Questa sera ci mettiamo a seguire i nostri amatissimi Likely Lads a Bergamo, anche se le previsioni promettono neve tutta la notte; fanculo la neve, essere fans vuol dire anche fare queste trasferte!
Alle 9 e 30 arriviamo all'Edonè, locale carino e intimo che sorge in mezzo ad un mega giardino. Rimaniamo a chiaccherare per un po', giusto il tempo di scaldarci prima del live e poi ci spostiamo tutti nella saletta dei concerti per veder finalmente salire sul palco i Ragazzi Promettenti.
Con l'ormai consolidata uniforme a strisce bianco/nere e giacca di pelle, accolgono il loro pubblico con una scaletta piena dei loro pezzi nuovi: suonano “Falling in love”, “Shout your love” e i più affezionati cantano tutti assieme anche se sotto il palco non c'è il solito e tipico casino da concerto dei nostri Lads; siamo timidi, ma è una cosa insolita comunque, sarà che non è il nostro territorio e ci sentiamo un po' a disagio. Poi però su pezzi come “Dance” e la bellissima cover di Paul Collins “That's what life is all about” qualcuno si scatena un po' di più e parte qualche spintone insicuro. Tra pezzi nuovi e qualche chicca del passato, alla fine ciò che conta non è tanto il casino che non si è scatenato, ma una manciata di canzoni che sono state in grado di arrivare dritte al cuore delle persone.
I Likely Lads trasmettono entusiasmo e fanno sorridere; ai loro concerti tutti si conoscono e condividono le stesse emozioni.
Se mai mi dovessero chiedere perchè li amo così tanto, di certo risponderei che sono una delle pochissime band in circolazione che sia riuscita a dimostrare che è possibile fare un'ottima musica e dei bellissimi concerti anche senza l'uso di particolari effetti speciali, ma come invece siano la passione, l'energia e la semplicità a determinare la buona riuscita di un live e a creare un legame incredibile e indissolubile con il pubblico.
Se avete presente la sensazione che ho appena descritto, allora dovete ascoltarvi anche i Daisy Chains; fratelli (musicalmente parlando) dei Likely Lads, salgono sul palco dell'Edonè dopo di loro, scaldando ancora di più gli animi del pubblico. Non inventano niente di nuovo, ma la loro musica ti rapisce e ti catapulta con la mente indietro nel tempo. I riff e le melodie sono in perfetto stile rock 60's, e vengono ormai recensiti da tutti come i figli dei figli dei Clash. La loro musica è esattamente a metà strada fra queste atmosfere nostalgiche e quelle più scanzonate e brillanti dei Babyshambles.
Propongono vecchi pezzi come “Disappear” e “Lalalala”, che hanno dei ritornelli immortali che ti saltano in testa e non la smettono più di tormentarti. Le ragazze sono scatenate (ad un certo punto un reggiseno piomba addosso al cantante), ma anche i ragazzi non sono da meno. La gente balla fino a rimanere senza fiato su tutte le canzoni, vecchie e nuove; ci si abbraccia e si canta a squarciagola. Di tanto in tanto la folla viene attraversata da una ragazza che salta da sola in lungo e in largo; e fidatevi, è bellissimo vedere queste cose durante un concerto di ragazzi che hanno più o meno la tua età.
Tanti affermano che le band a fare la differenza sono altre, con caratteristiche diverse e se vogliamo più originali, ma se vi piace un minimo il genere e siete di Milano e dintorni vi sfido a levarvi le pantofole e andare a vedervi i prossimi concerti di queste due band.
Io comunque, se la prossima trasferta è nel Wyoming, ci vado lo stesso.


Recensione di Arianna
Foto di Virginia

sabato 27 novembre 2010

Beat Pop Live present: Daisy Chains + Likely Lads Live @ Edonè! (BG)


°GREAT NIGHT AT EDONE'°
°2 LIVE BANDS AND A DJ SET°


°DAISY CHAINS°

Daisy Chains on MySpace

What a band, starring great artists such as "kissy kissy hippy Tassy" and "Mad bass lines spinning Black Bird".


°LIKELY LADS°

Likely Lads on MySpace

presenting new power pop hits of the future. Good looking youngsters.

+

°THE KIDS ARE UNITED DJ SET°

Milan's finest DJ mob:
Two Lonely Guys + Biting Lips Bitches

giovedì 25 novembre 2010

Recensione Ashtones + The Doggs + Guest @ LIGERA!


Sto male…
Sono le 2.37 e sto ancora male.
Ok.
Immaginate.
Immaginatevi una bella casa ottocentesca. Una casa ricca piazzata in bella vista su di una morbida collina. Di quelle belle case di legno dipinto, (o in mattoni se volete), con un portico ombreggiato che si affaccia su di un gran giardino, recintato da una bella staccionata dipinta di bianco. La casa è ricca di stanze. E le stanze sono ricche di mobili di ogni tipo e utilità. Sfarzosi ed eleganti. Gli armadi colmi di vestiti da gala o da passeggio, di smoking e abiti da sera.
Bene, vi siete fatti un’idea?
Ok, ora prendete questa idea e invecchiatela di un paio di secoli. Invecchiatela al peggio che vi viene in mente. L’intonaco si stacca dalle pareti, la staccionata bianca è ora di un colore grigio fango e di legno marcio. Le stanze piene di polvere, ospitano ragni e insetti, e sono allagate. Acqua che scorre giù dalle pareti, rigonfie dalle troppe piogge. I mobili pieno di tarli, marciti, consumati. E il bel giardino è secco e morto. Inoltre il cielo è grigio, anzi, piove che dio la manda. Acqua mista a fango scorre giù lungo le scale della casa, portando merda e detriti e spargendola sul pavimento aspettando che il sole del giorno dopo la faccia seccare lì.
Bene, ci siete? Gli Ashtones sono questa casa. E la loro musica è la pioggia e il fango incrostato, sono i ragni che infestano le pareti, i tarli che rosicchiano il legno. Sono il gruppo più fatiscente che abbia mai visto su di un palco, giuro. A partire dal cantante, un volto e una voce che paiono aver vissuto il triplo del tempo massimo che riesci ad immaginare. Un chitarrista che parla, urla e canta, ma l’unica cosa che capisci tra tutto quel che gli esce di bocca è: “Fuck”, e che scivola ogni volta che salta. L’altro chitarrista parrebbe quasi una persona normale, se non fosse per l’occhio sinistro perennemente strizzato e semi-chiuso. La bassista ha un volto fantastico, un’espressione giovane che fa a botte con i primi segni di invecchiamento sul suo viso. E ha dita veloci e precise che ballano lungo le corde del suo strumento. Il batterista è una macchina da guerra, impeccabile, forte e preciso. Ma a vederlo decontestualizzato, non avresti assolutamente idea di dove collocarlo. Men che mai dietro una batteria. Eppure questa casa fatiscente questa sera mi ha fatto sentire più vivo che mai.
Il concerto è stato magnifico. Magnifico!!
Pezzi energici, veloci e predatori. Ti catturano e ti scopri a ballarli che non te ne sei nemmeno accorto. Impeccabili nel ritmo, la tecnica e soprattutto l’alchimia. Uno spettacolo geniale, assurdo, le volte grottesco e stimolante: tra un microfono che si rompe, l’asta che cade, il chitarrista che scivola e il cantante che ogni tot. canzoni scende dal palco per andare un attimo nel back stage…
E l’eccitazione nel pubblico, non più di una ventina di persone, sale da pezzo in pezzo. Si infuoca. E il batter di mani alla fine delle canzoni è sempre tanto energico quanto sincero. Sempre.
Insomma, un gran concerto, una gran serata!!
Ciliegina sulla torta è stato poi il finale. Al momento di scendere dal palco, i due chitarristi iniziano a litigare di brutto. Non chiedete perché. Urlandosi dietro in inglese e francese (per chi no lo sapesse gli Ashtones vengono dalla Francia), creando un po’ di timore da un lato, ma anche grande ilarità a quel pò che rimaneva del pubblico, già estremamente su di giri. Alla fine non si son menati e il locale non è stato distrutto, ma c’è mancato poco!
Insomma, tre euro spesi davvero bene; unico peccato la poca affluenza all’evento. Se nel locale ci fossero state anche solo il doppio delle persone presenti, allora sì che sarebbe stato davvero il delirio.
Per finire, meritati complimenti ai: The Doggs! Gruppo italiano dalle belle canzoni e dalle cover azzeccate che ha dato una degna apertura alla band francese. Si meriterebbero davvero di più di queste poche righe.
Ok, ho finito lo spazio credo, e poi cazzo, si son fatte le 3.48… ho sonno cazzo!
Solo un’ultima cosa vi dico: la prossima volta che c’è un evento del genere… venite stronzi!! 


Recensione di Marco

martedì 23 novembre 2010

Fatti ascoltare!

Hai una band e sei di Milano o dintorni?
Manda una foto e un contatto a Band Milanesi per essere inserito nel gruppo!

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domenica 14 novembre 2010

Recensione Gerson + Likely Lads + Kantina 27 + Colin Farrell + Cocos @ Ligera!


Un Ligera così pieno non si era mai visto. Ok che è sabato sera, ok che le band in scaletta - Cocos, Colin Farrel, Kantina 27, Likely Lads e Gerson - promettono bene, ma un pienone del genere non so se tutti se lo aspettavano.
Alle nove e mezza precise salgono sul palco le Cocos; finalmente suonano un pò di più rispetto al solito. Sono belle e brave e ti mettono addosso una carica impressionante, non si può non adorarle. A metà concerto succede qualcosa alla chitarra della cantante (?) ma al pubblico non gliene frega nulla e ormai fermarsi per qualche minuto durante il live è diventata una particolarità delle Cocos. Poi a sistemare le cose intervengono gli uomini, cosa volete di più! Riprendono senza problemi e terminano una scaletta piacevolissima: tra i pezzi più belli e apprezzati ci sono "Wasted" e "Come on!".
E' il turno dei temuti/amati Colin Farrel. Temuti perchè c'è sempre qualche sorpresa ai loro concerti, tipo che sei lì a pensare "oddio chissà cosa si inventano sta volta" e amati perchè non si può fare a meno di ridere, divertirsi e cantare in coro i loro pezzi più famosi. Come non detto, alla seconda canzone, qualcuno porta al cantante un panettone e Mr. Mob non ci pensa due volte a strappare la confezione e fare casino: mentre canta inizia a lanciare pezzi di panettone sulla folla sotto al palco, che a sua volta raccoglie i pezzi di panettone e li rilancia in ogni direzione. Poi su "Lollo is on cortisone" scatta il delirio. Pogo e cadute (sull'uvetta). Finito il loro live, il palco del Ligera sembra un campo di battaglia.
A "peggiorare" ancora di più la situazione ci si mettono i Kantina 27, band punk/rock da Desio che ha aperto molti concerti a band affermate del genere come i Punkreas, Derozer,
Pornoriviste e Gerson. Avvicinarsi al palco è impossibile data la situazione pogo. Comunque i quattro ragazzi brianzoli suonano bene, divertono e propongono un live punk italiano con i fiocchi; sono in sintonia con l'ambiente e riescono a coinvolgere perfettamente i fans.
Siamo a metà serata e la gente continua ad arrivare ad ondate. Il locale si infiamma quando la quarta band, I Likely Lads, prendono posto sul palco e cominciano a sistemare gli strumenti. In pochi minuti, tutti (compresa me) si ritrovano a nemmeno un metro dal naso del cantante in preda a balli e urla. La costante dei loro live è proprio questa; un gruppo sempre più folto di persone che per motivi affettivi e non, si scatenano e si divertono da morire. C'è chi canta appassionato e chi li ascolta quasi in religioso silenzio perchè i pezzi che propongono sono magnetici. Suonano qualche canzone di vecchia data, ma la sorpresa più grande sono i pezzi nuovissimi come "Morning love" e "Dance" che coinvolgono ancora di più. Tutti li hanno già imparati a memoria. Come sempre sono emozionanti anche le due cover ricorrenti, "That's what life is all about" di Paul Collins (su questa non possono non venirti i brividi) e "Psycho killer" dei Talking heads, cover sulla quale si conclude un concerto perfetto in tutto e per tutto.
Poi tra il sudore, le botte prese su gambe e braccia, e l'arrivo di Maccio & Rupert Sciamenna, la gente si ricompone in attesa dell'ultima band, I Gerson, un nome una garanzia. Famosissima band punk/rock che riceve sempre un'ottima risposta dal pubblico. E' il casino più totale. Ci si infila a fatica in mezzo alle persone; io, davanti, non ce l'ho fatta ad arrivare. Cantano tutti quando i Gerson suonano i pezzi con i riff più divertenti, diretti e brillanti, come "Tua madre è preoccupata", "Ridono di me" e mille altri. Chiudono con "Ottavio" e la gente invade il palco mischiandosi alla band. Non c'è niente da fare, dal vivo i Gerson donano tutto al loro pubblico e non deludono mai.
Gran casino, tantissime persone e divertimento assicurato. Chi si è perso questa serata... non ha capito niente!
 

Recensione di Arianna
Foto di Marti Di Lauro

venerdì 12 novembre 2010

Interview with Frances!


INTERVISTA A FRANCES, degli I'VE KILL THE CAT & LTD

Parlaci un pò dei tuoi nuovi progetti musicali
Ho sempre suonato con gli I've killed the cat, componendo i pezzi e suonando chitarra-bassa e voce dal vivo, da qualche anno porto avanti un progetto chiamato L.T.D. (le troie in discoteca) con il quale ci apprestiamo a registrare 3 canzoni per un singolo a Dicembre. L'uscita è prevista per i primi mesi del 2011 con un tour molto interessante in Italia e in Europa, del quale pero non posso svelare i particolari per adesso.
Da qualche mese ho dato vita al mio progetto solista (frances & the cats) e ora sto preparando la scaletta per i concerti e preparandomi con una band di supporto alla registrazione dell'album d'esordio (Rotten apples) che verrà prodotto artisticamente da Jacopo dei Dance for burgess, e uscirà sotto Smoking kills records in collaborazione con studio Piter di Federico Pazzi, per l'appunto solo dei pazzi potrebbero credere nel mio progetto.
Il sound del progetto sta prendendo forma e l'uscita del disco è prevista per la primavera del 2011. L'album verrà interamente dedicato ad una persona che non c’è più con il quale sono cresciuto artisticamente e umanamente.

Come definiresti la tua musica e il tuo stile?
La mia musica è un misto di tutto quello che ascolto, vedo e vivo. Non riesco ad etichettarla mediante una definizione o un genere ma la ritengo sincera e diretta, insomma senza tanti arrangiamenti, fronzoli e calcoli vari. Non penso a come vorrei suonasse una mia canzone piuttosto la suono e basta come mi viene. Un pò come fare l'amore o andare dallo psico-analista.

Quali sono le tue più grandi fonti d'ispirazione e se c'è qualche artista a cui ti ispiri
Da sempre la più grande fonte di ispirazione per la mia musica e stata la massiccia presenza di casini che succedono nella mia vita. I musicisti che più mi ispirano sono troppi da elencare, in questo momento mentre ti rispondo sto ascoltando gli Spiritualized.

Hai qualche nuova band emergente da consigliarci, che ti ha colpito ultimamente?
Ultimamente le uscite discografiche mi han quasi tutte deluso parecchio. Tra i pochi che mi piacciono ci sono sicuramente i Dead Kids.

I 5 dischi fondamentali per te
  • Bob Dylan - Highway 61 Revisited
  • Primal Scream - Screamadelica
  • The Smashing Pumpkins - Mellon Collie & Infinite Sadness
  • Velvet Underground & Nico
  • Johnny Thunders - So Alone



- RECENSIONE I'VE KILLED THE CAT / FORGIVENES PARTY -
Primo EP di 5 pezzi per gli I'VE KILLED THE CAT uscito qualche tempo fa per la SMOKING KILLS RECORDS.
Band NEW WAVE/INDIE/PUNK di Milano il misto perfetto tra Joy Division, Bauhaus e Johnny Thunders con qualche schizzo di Indie 2000 come Strokes e Arctic Monkeys.
5 Ottimi pezzi ben composti e ben registrati da ascoltare e anche da ballare, come nel caso di Ashtrays il singolo, per nulla banali come la voce del cantate assolutamente perfetta per i pezzi.
Se volete qualcosa di nuovo che si distingua dalle solite band Indie e se amate le atmosfere "dark" new wave è il disco giusto. Da segnalare molto bello l'Artwork del disco.



Recensione di L.A.

Recensione Carl Barât @ Tunnel (Mi) – 10 Novembre 2010


I Libertines sono i Libertines, su quello non si discute e dopo averne visto la reunion “tutto il resto è noia” dico e direbbe anche il Califfo se non avesse altro a cui pensare (e se li conoscesse). Non ci sono Babyshambles (seppur validi) o Dirty Pretty Things (trascinanti ma un po’ troppo legati al suono Libertines) che tengano. C’è l’apprezzato progetto solista di Pete, “Peter Doherty” e adesso anche il fratello maggiore Carl con l’omonino “Carl Barât” esordisce col suo lavoro che si discosta e non poco da Pete.
Dal vivo Carl è sempre un piacere vederlo, col suo volto da attore consumato, l’aria da francese ribelle, bandana al polso e giacca di pelle.
Supportato da un’altra chitarra, piano, contrabbasso, violoncello e batteria inizia con “Je Regrette Je Regrette” e si capisce subito l’andamento delle sonorità, molto orchestrali, pompose quasi barocche. “Run with the Boys” ci porta a velocità e chitarre più “libertine” ma con fare baldanzoso e mai incontrollato. Com’era facile immaginare con la cover “The Man Would Be King” il pubblico si scatena mentre “Carve My Name” placa subito gli animi con un’impronta retrò quasi noir e l’uscita finale del pezzo come a narrare il finale di un film. “She’s Something” la più acustica dell’album è ritmata, calda e rassicurante come la voce di Carl. Fra una sigaretta e l’altra offertagli dal pubblico alterna sia pezzi dei suoi Dirty Pretty Things (“Deadwood” e “Bang Bang You’re Dead”) a perle dei Libertines “Up The Bracket” e “Death on The Stairs”. Il tutto inframezzato da altri brani del suo lavoro come ad esempio “So Long My Lover” dove l’intro pesca a piene mani nel dark cabaret dei Dresden Dolls finendo su un pop sfarzoso dove il genitore che salta all’orecchio è Neil Hannon dei Divine Comedy, ma non caso alla fiabesca, patinata e infine teatrale “The Fall” partecipa anche lui nel disco.
Dopo altri brani si arriva a conclusione con “Don’t Look Back Into the Sun” nel delirio che suscita al pubblico più che mai partecipe.
Carl in Italia anche da solo piace sempre, riesce a coinvolgere mescolando in dosi perfette le canzoni della sua carriera musicale e in quest’ultimo suo lavoro ha rivelato la sua anima più che mai elegantemente romantica.
Però solo uniti sullo stesso palco Pete e Carl possono rendere al massimo, ognuno croce e delizia dell’altro ed assieme con Gary e John potersi chiamare The Libertines e anche su questo c’è poco da discutere, anzi nulla.



Live report & foto di Nicholas

giovedì 11 novembre 2010

domenica 7 novembre 2010

The Snipers - But what am I seein' over there?


Gli Snipers sono una band del milanese attiva dal 2008, hanno già vari live alle spalle e un po' di tempo fa hanno dato alle stampe questo 7" rigorosamente autoprodotto. Artwork interessante e produzione curata, l'aver scelto di debuttare discograficamente su vinile gli fa guadagnare punti! Immancabile il fogliettino interno con testi e foto, vero MUST IRRINUNCIABILE per noi nerds.
Le canzoni sono dirette e entrano subito in testa, punk rock classico senza fronzoli con un bel sound grezzo al punto giusto e qualche chicca qua e la. Registrazione di buon livello, voce melodica e ottimi cori danno dinamicità al tutto. Il lato A è, a mio parere, il migliore; si apre con la ottima "I wanna kiss you on the couch" che ci ricorda le limonate con le prime fidanzatine e poi "I don't wanna grow up" classico teenage anthem. Nel lato B "my war is ended" non mi convince e "she's got no brain" è la mia preferita con ritornello che spacca! Promossi con questa prima uscita... ora aspettiamo anche il 12"!!



Recensione di Nico Giangrossi

giovedì 4 novembre 2010

The Nostalgics - Time is a luxury


Sarà la passione sfrenata del cantante per i tanto idolatrati The Smiths, sarà che ricordano quelle cose, quei suoni che non si sentono più da tempo ormai, oppure sarà semplicemente che loro sono i Nostalgics.
Un altro quartetto milanese che ha sfornato per noi - e per voi -  una demo  fresca fresca di stampa, "Time is a luxury".
E’ con questa demo che debuttano i nostri Nostalgics, che già solo dal nome del gruppo fanno capire di che pasta sono fatti; ci suggeriscono una precisa linea compositiva e stilistica dei loro brani: pezzi coinvolgenti per altro, che all'ascolto trasmettono un non so che di romantico, quasi malinconico.
La copertina del disco, un bambino con mega cuffione seduto su una vecchia poltrona di pelle marrone, rispecchia perfettamente le atmosfere vintage che riescono a ricreare con le sonorità, atmosfere date anche e soprattutto dai backing vocals.
Voce e melodie trascinanti, suoni morbidi prodotti dalle chitarre, i nostri indie/retro pop nostalgici ci regalano dei pezzi semplici ma sofisticati nel contempo, come la deliziosa "Amanda, by the marble stairs" o come le più intraprendenti "Shimmer" e "Anchors".
Insomma, se il "tempo è un lusso" io non lo sprecherei in cose futili, bensì se fossi in voi, correrei ad ascoltare il disco.
Enjoy it!


Recensione di Catia