venerdì 29 ottobre 2010

Recensione Kurt Baker + Radio Days Pop Expolsion tour + Likely Lads @ Barrio's Cafè


Nove e mezzo di sera di fronte al Barrio's. Alla cassa sono cinque euro d'ingresso; accettabile dai, andata. Una volta dentro al locale ci si guarda intorno, facce simpatiche, gente allegra.
Al banchetto, fornito di maglie, cd, spille e altri gadget, troviamo Paco, batterista dei Radio Days, che ci allunga il promo del loro album spiegandoci che le stampe originali sono ferme per non si sa quale motivo e che quindi per ora vengono regalati al pubblico. Regalo gradito per altro, grazie Radio Days!
Tempo quattro chiacchere e un cocktail che vediamo già salire sul palco la prima band della serata, i Likely Lads. Dal fondo del locale noto con piacere e apprezzo la qualità del suono, strumenti distinti e voci perfettamente nitide. Eccezionale.
Dunque prendo il mio vodka lemon e raggiungo la prima fila. I nostri giovani apripista alternano pezzi del loro nuovo EP "Love is all you need" quali "Shout your love" , "Dance", a classiconi come "In love" senza dimenticare "That's what life is all about" grande cover di Paul Collins. Tutti brani che risuonano nelle casse, nelle orecchie e nel cuore dei loro ormai consolidati spettatori che li seguono ovunque vadano. Al tutto si aggiungono salti, cori, urla, pogo disordinato e incitamenti vari. In definitiva, carichi e trascinanti come sempre, ci regalano l'ennesimo show benfatto. Un applauso ai Likely Lads.
Il pubblico ormai palpitante è pronto ad accogliere sulla scena il secondo quartetto milanese, uniforme nera e strumenti bianchi in perfetto stile Radio Days. Loro vi assicuro, vanno visti per forza.
Oltre allo show sonoro sono pronti ad intrattenere la folla con un mini spettacolino tramite il batterista/oratore che ad ogni fine pezzo ne introduce il successivo.
Come si dice ogni tanto in gergo giovanile "spaccano di brutto"; mischiano la carica powerpop ad un’atmosfera sixties, riff contagiosi alternati a pezzi più complessi, con un pubblico scisso tra gente sollecitante, canterina, e gente intenta ad ascoltarli attentamente.
Dei Radio Days tosti, incalzanti, che picchiano giù duro. Certi e consapevoli, fanno scorrere la loro scaletta. Ci sono pezzi non molto semplici da assimilare se non si ha ancora ascoltato il disco, ma sono molto apprezzati brani come "Elizabeth", che ha un impatto da pelle d'oca, e altri come "Evelyn town" e "Dirty tricks". Delle vere e proprie bombe, non c'è che dire.
Radio Days instancabili, che dopo aver suonato per più di mezz'ora i loro pezzi, fanno da backin band ad un esaltato (nel senso più buono del termine), tanto atteso e citato Kurt Baker. E se prima il locale era infuocato, ora è pronto ad esplodere.
Il primo live show del Kurt Baker/Radio Days pop explosion tour è decisamente iniziato.
Viene dato il via libera alle danze con un Kurt/Elvis Costello: "Pump it up" è il brano di apertura.
Un Baker magnetico e carico da morire, che pensa a divertirsi ma sopratutto a far divertire le persone sotto il palco. Il tempo scorre e si balla, si balla, si balla. Si cantano "Telephone Operators" e "Dance with me" dei Leftovers, "Hanging on the telephone" ed un super classicone come "Pretty Woman". Sono tutti impazziti. Ma il delirio più totale lo si vede quando Baker & Days invitano tutti sul palco a scatenarsi sulle note di "Look but don't touch" di Paul Collins and The Beat. Siamo vicini alla chiusura e allora (all right! all right! all right!) come non finire con "Party till we'll die", scelta azzeccatissima.
La serata è dunque giunta al termine ma il tour è solo all'inizio.


Recensione di Catia
Foto di Gabriele Gastaldin 

Altre fotografie della serata le trovate qui (Kurt Baker + Radio Days + Likely Lads )

A breve, qui su Beat Pop Live, anche il video!

giovedì 28 ottobre 2010

Recensione della serata al Batik! All you need is Pop con: The Bumpkins, The Berkeleys, Ass Cobra, Pop Gun

Mercoledì sera si va tutti al Batik, locale che ormai conosciamo come le nostre tasche, unico posto di Milano in cui si può allegramente fumare (sigarette eh!) guardandosi il concerto. La serata si preannuncia "cafonissima"; i gruppi che suoneranno sono Colin Farrell, The Bumpkins, The Berkeleys, Ass Cobra e per finire Pop Gun direttamente dalla Norvegia. Insomma, punk rock sia!
Riscaldamento pre-live: litri di birra. Si comincia con gli Ass Cobra e prima di tutto vi devo dire com'erano vestiti. Il cantante aveva una salopette di jeans in stile benzinaio, il chitarrista - forse quello conciato meglio - ma solo a livello di vestiario (perchè di alcool ne aveva ingerito fin troppo) aveva pantaloni rossi e giacchetta di jeans; il bassista invece portava una kefiah, una specie di tunica blu e cappellino in stile arabo, mentre il batterista indossava canotta bianca, gilet di pelle e rossetto nero. Carichissimi e stra-gasati fanno un casino assurdo: sbandano e picchiano duro. Gli amici salgono a cantare con loro e il pubblico si diverte tantissimo. Almeno una volta nella vita bisogna vederli live.
Poi tocca ai Berkeleys, gruppo torinese pop/punk rock formatosi nel 2009. Complici i cattivi suoni forse non riescono a spiccare al meglio, ma il quartetto è unito e sembrano piuttosto seri nel presentarsi e nell’eseguire i pezzi, ricordando un po’ i primissimi Blink 182. Un’esibizione quindi non al 100%, ma che comunque riesce bene ad inglobarsi nell’atmosfera intima della serata.
I terzi a suonare sono i Colin Farrell. Qualcuno tra il pubblico urla "Vai Mob!" ancora prima che il soggetto in questione, il cantante, si metta dietro al microfono. Suonano un punk velocissimo, le canzoni sono semplici, eseguite una dopo l’altra, e si imparano quasi subito. Ma quello che colpisce di più è il continuo impazzire del cantante. Non smette un attimo di muoversi, si intrufola tra il pubblico facendo anche un bel pò di metri verso il fondo del locale, poi torna indietro e va verso il bagno, poi gira attorno al microfono e si butta in mezzo alla strumentazione accantonata in un angolo del palco. La gente lo incita, ride e scoppia in un urlo collettivo quando I Colin Farrell suonano uno dei loro pezzi più completi "Lollo is on cortison". Il divetimento è assicurato.
Stessa sorte per i Bumpkins. Suonano punk rock dal 2007 ma ultimamente è cambiata la formazione. Anche loro sono parecchio carichi, già dalla prima canzone il pubblico si scatena in un pogo violentissimo e chi non era già sudato... beh, suda per forza adesso. Suonano tutti i loro pezzi migliori: "You gotta go", "Fonzie", il nuovissimo "I was troubled" e alla fine c'è pure spazio per "Sea Monkey". Scalette tutte abbastanza brevi ma piacevolissime.
Per ultimi tocca ai Pop Gun, quattro ragazzoni norvegesi con due album alle spalle e un bassista che suona anche negli Yum Yums. Sono bravi, hanno una presenza scenica che ricorda vagamente quella dei Gaslight Anthem (non come sonorità, ma proprio per atteggiamenti). Il loro è un rock che suona più “classico” rispetto alle altre band. La chitarra solista è potente e importante, la teatralità che assumono suonando dimostra che ci sanno davvero fare.
Con loro si conclude in bellezza una serata “ignorante” che verrà ricordata per le esibizioni pazze, i poghi e metà dei presenti ubriachi. D’altronde l’essenza del punk rock è esattamente questa!


Two Minutes with Egil Stemkens (From Pop Gun)



Live Report di Arianna 
Intervista realizzata da Ame Bumpkin'

Beat Pop Live present: Kurt Baker + Radio Days + Likely Lads @ Barrio's Cafè

Beat Pop Live & Otis Tours Present:

KURT BAKER (from The Leftovers) Live In Milan!

Kurt baker on MySpace

+

RADIO DAYS *RELASE New album "C'est La Vie"!!*

Radio days on MySpace

+

LIKELY LADS

Likely lads on MySpace


INIZIO ORE 21

INGRESSO 5 EURO!

@ BARRIO'S CAFè

VIA BARONA ANGOLO VIA BOFFALORA (MILANO)


OTIS TOURS
http://www.myspace.com/otistours

mercoledì 27 ottobre 2010

Radio Days Special


INTERVISTA A DARIO, VOCE E CHITARRA DEI RADIO DAYS

Parlaci del nuovo album "C'est la vie"
Inannzitutto ciao a tutti e grazie per mille per l'intervista!
"C'est La Vie" è il nuovo disco dei Radio Days che uscirà il 15 novembre in versione CD per Tannen Records (http://www.tannenrecords.com ), in versione in vinile per Surfin Ki Records (http://www.myspace.com/surfinkirecords) e negli USA per Insubordination Records (http://www.insubordinationrecords.com). E' il disco di cui andiamo più fieri, che ci rappresenta al meglio e contiene le migliori canzoni che abbiamo mai scritto!

Quali sono stati i cambiamenti dal primo disco a quest'ultimo?
I cambiamenti sono stati tantissimi. Dal nostro primo disco del 2006 abbiamo cambiato due batteristi, il nostro ex chitarrista Paco è passato alla batteria e abbiamo preso alla chitarra nel 2008 il nostro vecchio amico Asso. Praticamente siamo completamente un altro gruppo. Quel disco è molto più orientato sul poppunk e ormai non ci rappresenta per niente. In effetti, dal vivo, non suoniamo più neanche uno di quei pezzi. Dall'uscita dell'EP "Midnight Cemetery Rendezvous" nel 2008 abbiamo svoltato verso il powerpop che è il genere che abbiamo sempre voluto suonare.

Cos'e il Powerpop per te, e perchè avete deciso di fare questo genere?
E' difficile dover dare una definizione di Powerpop in generale perchè spesso troppe band anche molto diverse fra loro vengono etichettate "Powerpop". Più che una descrizione generale ti posso dire come qual è la nostra concezione di questo genere. Scrivere pezzi orecchiabili ma non banali, di concezione decisamente pop ma suonati con una grande energia in cui le melodie e le armonie vocali, soprattutto nei ritornelli, rivestono la componente più importante.
Questa secondo noi è la ricetta per il Powerpop perfetto. Non c'è nulla di meglio da suonare!

Quali sono i modelli principali a cui ti ispiri?
Siamo tutti e quattro Beatlesiani fino al midollo e ne andiamo naturalmente fieri.
In generale come modelli abbiamo i grandi gruppi 60's della British Invasion, Beatles, Who, Small Faces, Kinks, Byrds, Zombies, il powerpop degli anni '70 del primo Elvis Costello, Graham Parker, Nerves, Paul Collins Beat, Big Star, Rubinoos, Joe Jackson, Knack, Raspberries, Keys fino ad arrivare a cose più moderne come i primi Weezer, i Muffs e i Teenage Fanclub.

Tra poco partite per il tour europeo con Kurt Baker a cui farete anche da Backingband, cosa ti aspetti?
Semplicemente non vedo l'ora. Abbiamo fatto l'ultimo tour in Europa nel 2008 ed era finalmente ora di ripartire! Suoneremo in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Germania e Danimarca in alcuni locali davvero fighi. Soprattutto in Spagna c'è un grande interesse per questo genere di musica e la gente ai concerti è fantastica. Kurt poi è davvero un grande e con lui a fianco il divertimento è assicurato!

Secondo te, come si fa a riportare la gente ai Live e farli magari anche appassionare ad un genere come il Powerpop che forse in Italia non ha mai preso davvero piede, forse anche perchè di band italiane che hanno proposto questo genere non ce ne sono mai davvero state?
Il problema della scarsità di pubblico ai live coinvolge direi tutto il mondo della musica in generale. Naturalmente si fa sentire ancora di più per un genere come il powerpop che non è di certo popolare. Penso sia molto difficile che le cose possano cambiare, l'unica cosa da fare rimane quella di continuare a pubblicare dischi di grande qualità e concentrarsi su concerti live intensi e che possano coinvolgere il pubblico! Prima o poi qualcuno se ne accorgerà e magari le cose cambieranno!

Quali sono i 5 dischi fondamentali per te?
Di fondamentale per me ci sono solo i Beatles, in particolare:
  • Beatles - Revolver
  • Beatles - Help
  • Beatles - Rubber Soul
  • Beatles - Abbey Road
  • Beatles - A Hard Day's Night

Quali sono le tue band/artisti preferiti in assoluto, e se hai invece qualche giovane band da consigliarci?
I miei gruppi preferiti coincidono con quelli a cui ci ispiriamo e che ho già nominato prima. Per quanto riguarda nuove band italiane mi piacciono molto i Bad Love Experience di Livorno, i Record's di Brescia, e gli Home di Verona. Come band estere invece di posso nominare gli 88, i Red Button e i Singles.

Ultima cosa. Rivelaci qualcosa sui Radio Days che non hai mai rivelato a nessuno
Non ti posso rivelare tutto ma inizio a darti due indizi. L'ora, 22:10 e la causa: soffocamento a causa di una sarciccia.

- BIO -
I Radio Days sono la risposta italiana all'essenza del Powerpop di fine anni '70, un'ideale incrocio fra le melodie e le armonie di stampo beatlesiano dei sixties e l'energia del punk dei seventies. Un esplosivo mix tra l'urgenza del primo Elvis Costello, gli intrecci vocali dei Rubinoos, la graffiante grinta dei Big Star e le immediate melodie dei Knack.
Nati nel 2003 da una costola dei Retarded (storico gruppo punk rock di Voghera con alle spalle più di 300 concerti in tutta Europa e due tour americani), i Radio Days sono riusciti a imporsi come una delle migliori band Powerpop italiane, sviluppando nel tempo uno stile personale e concentrandosi su un'intensa attività live.
Dopo un omonimo disco del 2006, la svolta avviene nel 2008 con la pubblicazione per l'americana Insubordination Records dell'EP “Midnight Cemetery Rendezvous”.
L'EP viene accolto in maniera entusiastica da critica e pubblico e permette ai Radio Days di suonare 70 concerti in giro per l'Italia e l'Europa, partecipando a festival di rilievo internazionale tra cui il “Purple Weekend” a Leòn, Spagna, l'”International Pop Overthrow” allo storico Cavern Club di Liverpool, il “Lee Rocks” a Firenze e il “Pop Circus” a Milano, dividendo il palco con gruppi come i Rubinoos, Blues Magoos, Rakes, Maccabees, Good Shoes, Those Dancing Days, Teenagers, Marky Ramone, Frank Popp Ensemble, Squire, Chixdiggit, Mcrackins e molti altri.
Sempre nel 2008 i Radio Days hanno la possibilità di aprire le date italiane del tour dei Beat di Paul Collins uno dei padri fondatori del Powerpop.
L'intesa che si viene a creare fra l'ex batterista dei Nerves e i Radio Days sfocia nella pubblicazione nel 2009 di uno split 7” condiviso dalle due band pubblicato da Surfin' Ki! Records seguito da un secondo tour italiano.
Nel marzo 2010 i Radio Days entrano in studio per registrare il loro secondo album “C'est La Vie”.
Registrato all'Elfo Sudio di Piacenza da Daniele Mandelli, “C'est La Vie” è il disco che traghetta i Radio Days verso la piena maturità compositiva, consacrandoli come una delle migliori realtà nel panorama indipendente italiano.
L'uscita è prevista il 15 Novembre, Tannen Records si occuperà della stampa del CD e del download digitale per l'Italia, Surfin Ki! Records pubblicherà la versione in vinile e Insubordination Records pubblicherà il CD negli Stati Uniti.
Le date di promozione di “C'est La Vie” avranno inizio con un tour europeo di 18 date che vedrà i Radio Days suonare in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Germania in compagnia di Kurt Baker dei Leftovers.


- RECENSIONE -
Le influenze più importanti che caratterizzano la band provengono da gruppi come The Beatles, Knack, Rubinoos, Big Star, Elvis Costello, Paul Collins; un mix di energia punk rock e melodie pop.
La tracklist comprende brani come "Spinning Round The Wheel", forse il pezzo con una velocità in apertura maggiore, per passare poi a pezzi come "So Far So Close", "Evelyn Town", "The Meaning Of Fire", più trascinanti ma non paragonabili però a ballate più "lente"; come dimenticare "Sleep It Off" o "Elizabeth". Insomma, un album maturo ed elaborato, pieno di arrangiamenti eccezionali e riff non indifferenti che incuriosisce di certo il pubblico, ma che va assimilato in almeno due o tre steps per rendersi conto dell'effettiva capacità compositiva di questi quattro ragazzi milanesi ed avere un piccolo capolavoro da conservare tra le proprie collezioni.
Buon ascolto!

martedì 26 ottobre 2010

Beat Pop Live present: All you need is Pop! @ Batik


Beat Pop Live:

From The Yum Yums
*POPGUN* (Oslo)

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THE BUMPKINS

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COLIN FARREL

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THE BERKELEYS

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ASS COBRA

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5 band!
Ingresso 8 euro CON CONSUMAZIONE!

BATIK PUB, VIALE UMBRIA 64!

lunedì 25 ottobre 2010

Recensione della serata al Rocket! con: Urban Clothes (Release Party!), Skinniboys, Femme Fatale & Dj Set


Piove e fa freddo. E' una di quelle tipiche domeniche di fine Ottobre in cui te ne staresti volentieri a casa in pigiama e pantofole. Invece sfidi le intemperie e ti infili dentro al Rocket, dove c'è caldo e gente, tanta gente. Ad inizio serata, più di venti persone sono sedute al bancone, e altrettante se ne trovano quando si scende nella sala concerti. Alle dieci i live non sono ancora cominciati, ma c'è già Dj set e qualche ragazza che balla in mezzo alla pista.
Poco più tardi però, dentro al Rocket si alza ancora di più la temperatura: il via vai tra palco/pista/camerini si fa più intenso e la gente comincia ad accalcarsi. I primi a salire sul palco sono i Femme Fatale, quattro ragazzi di Alessandria che hanno appena visto nascere il loro primo EP. La voce del cantante è sorprendentemente chiara e limpida dal vivo, i suoni coinvolgenti. Suonano i loro pezzi tranquillamente, senza proporre un grande show, ma il risultato è tutt'altro che noioso; l'atmosfera che riescono a creare è accogliente, e le prime quattro file sono prese e incantate. La scaletta è breve ma intensa, spicca una cover degli Stereophonics, "Have a nice day", con conseguenti balletti e immancabili cori pa-para-pa-pa-para di contorno.
Poi è il turno degli Skinnyboys, o forse sarebbe meglio dire degli Skinnybomba, perchè come salgono sul palco partono una serie di luci psichedeliche e fischi d'incitamento. Il batterista comincia a picchiare, il chitarrista con i suoi suoni un pò distorti si mette a seguirlo. L'intro degli Skinnyboys dura una manciata di secondi, il tempo che ci metto per capire che hanno dato inizio alle danze con una cover che più azzeccata di così non potevano sceglierla, "A Forest", dei Cure. Poi attaccano con i loro pezzi; energia alle stelle, trasmessa maggiormente dalla voce del cantante e dalla batteria che picchia come un martello. Il pubblico sotto non può fare a meno di agitarsi, soprattutto sulle note di "Let there be more wine", e verso la fine parte anche qualche spintone che ovviamente sfocia in un pogo.
Chi è rimasto dietro nelle ultime file, e non supera il metro e settanta, ormai non vede più niente. C'è casino, le cinquanta persone che c'erano ad inizio serata si sono triplicate; duecento persone affollano il locale che quasi straborda. Quando gli Skinnyboys smettono di suonare la gente è ancora su di giri e addirittura si fa fatica a spostarsi più in fondo o più avanti.
L'ultima band a salire sul palco del Rocket sono gli Urban Clothes, quintetto dalle sonorità Indie Pop che si esibisce per presentare il nuovo album "Hug, kill and feel your rage". Precisi e impeccabili, suonano per quasi un'ora. I pezzi sono per metà energici e vitali, per metà più lenti e simili a ballate, ma comunque tutti ugualmente potenti. Urla, fischi e battiti di mani sono la costante. Il casino più casino si scatena forse sul loro pezzo più interessante e suggestivo "The rage of a lonely heart"; sul riff di questo brano, tutti - ma proprio tutti - cantano e ballano. La risposta del pubblico denota una certa esperienza degli Urban Clothes, sicuri delle loro capacità e determinati.
E' ormai l'una passata quando anche gli Urban Clothes abbandonano il palco. Qualcuno esce a fumare una sigaretta, qualcuno torna su per un altro drink, e rimane giusto giusto lo spazio per esaurire tutte le energie ballando sulle canzoni messe dall'ormai consolidato "The Family Dj set". In pochi guardano l'orologio, perchè dopo venti minuti e qualche birra, e nonostante le luci che si accendono prepotentemente nella sala, c'è ancora spazio per una decina di ballerini provetti che ripropongono una coreografia sulle note dei Darwin Deez, e altre canzoni sulle quali c'è da scatenarsi per forza di cose.
E' stata decisamente una buona idea quella di uscire di casa e andare al Rocket, anche di domenica sera, anche se faceva freddo e pioveva.

Recensione di Arianna
Foto di Gabriele Gastaldin

Recensione della serata al Covo club! con: The Manges, The Cocos


Sabato sera, nonostante le diverse possibilità che Milano ci offre, decidiamo di optare per una trasferta a Bologna dove, al Covo, suonano Manges e Cocos. La serata comincia verso le undici quando le Cocos salgono sul palco: scelgono una scaletta corta, veloce e incisiva. Scelta azzeccata, il pubblico segue e il risultato è più che gradevole. Unico errore tecnico della band una falsa partenza sul loro quarto o quinto brano. Tuttavia si sa... è Punk Rock!
Tempo dieci minuti e già tocca ai Manges. Aprono con "Stalag 17/Good Morning Campers". Il pubblico è un immobile ma c’è già chi canticchia. Seguono quaranta minuti in cui si alternano classici come "Barrage of Hate", "Blame Game" e "Oh Mary" a canzoni nuovissime come "Bad Juju", "Back to the Training Camp" e "M.I.A". Man mano che il concerto prosegue sempre più gente canta e solleva le braccia a tempo. I Manges suonano senza pause e il pubblico segue attento. Certo fa strano a una settimana dal Release Party in scaletta, dove il casino era al top, rivedere il quartetto spezzino con un pubblico fermo. Tuttavia devo ammettere che per una volta mi sono goduto per bene tutto il concerto. Lo show sembra finito con "Ten Shots" ma poi i Manges salutano con il bis: "Serenity Now", "Havana Affair" e "I Don’t Wanna Live in Hell". Scaletta identica a quella di una settimana fa ma concerto completamente diverso. D’altro canto la serata a mezzanotte e venti non è certo finita e il fatto di non essermi devastato come al solito non mi dispiace. Adesso tocca al Dj set di Gaia London Loves e Fra Likely Lads. Dopo un quarto d’ora la sala, stretta e lunga, con le pareti nere e pochissima luce, si riempie di gente che canta e balla. I dj alternano musica indie a elettronica senza dimenticare qualche brano punk e garage qua e là. La gente è soddisfatta e quando alle tre e mezza il dj set finisce un bel po’ di gente si lamenta del fatto che la serata non vada avanti. D’altro canto è ora di tornare a Milano. 

Recensione di Ame Bumpkin'

domenica 24 ottobre 2010

Femme Fatale - Fading night sounds

Sei canzoni, un titolo più bello dell'altro per ognuna di esse. Già a leggerli sul retro del cd, sembra che tra una lettera e l'altra scorra un filo di malinconia, misto quasi a rabbia (repressa). Un pò come vedere il grigio e il rosa mischiarsi assieme. E l'ascolto non delude le impressioni sensoriali; i giri di chitarra e la voce del cantante ti prendono dentro a questo vortice che ti culla, ma il ritmo della batteria ti impone di agitarti per bene e schioccare le dita.
Al primo ascolto sorge anche spontaneo il paragone con band come i Nine Black Alps e gli Idlewild; il tutto confluisce in sonorità più alternative, una vena indie-pendente che trapela silente nelle tracce. Il loro primo Ep, caratterizzato da queste sonorità energiche e leggere allo stesso tempo, risponde al nome di "Fading night sounds" e loro sono i Femme Fatale.
Scelgono questo nome porgendo i loro ossequi al tipo di donna che simboleggia, senza dimenticare la dedica dei Velvet Uderground a Edie Sedgwick con l'omonimo brano.
I Femme Fatale sono quattro giovani ragazzi che arrivano da Alessandria, con la passione per la musica e il divertimento, ma soprattutto con la voglia di suonare il più possibile; quattro ragazzi consapevoli del loro bagaglio di esperienza, che forse è ancora troppo leggero, ma con il desiderio di renderlo sempre più carico.
I brani dei nostri alessandrini non presentano un tema centrale, un filo conduttore, ma sono bensì molto più compositi: una raccolta dei loro pezzi migliori realizzati nei primi anni di lavoro insieme. Un viaggio nella quotidianità, nella primavera della vita.
E allora in un perfetto stile Femme Fatale: emozionale e duro, cinico e metereopatico, noi intanto restiamo in ascolto e seguiamo attenti la loro crescita, sicuri che non ci deluderanno.


"When you were young, remember... when you were young and don't forget".


venerdì 22 ottobre 2010

Interview with Kurt Baker!


INTERVISTA A KURT BAKER, CANTANTE DEI LEFTOVERS, SUL SUO EP SOLISTA "GOT IT COVERED". FRA POCHI GIORNI LO VEDREMO IMPEGNATO IN UN TOUR EUROPEO CHE PASSERA' ANCHE DALL'ITALIA. 
28/10 Milano @ Barrio’s Cafè 
29/10 Domodossola (VB) @ Oste Live 
30/10 Fidenza (PR) @ Arci Taun 
31/10 Meldola (FC) @ Camaleonte


Il tuo primo album solista Got It Covered uscito da poco è un disco di cover Power Pop, perchè cover e in base a cosa hai scelto quelle canzoni?
Essendo un musicista, è sempre stato un mio grande sogno fare un disco con alcune delle mie canzoni preferite. Sono un grandissimo fan del Power Pop e della musica New Wave, che hanno avuto una grande influenza sul mio modo di scrivere le canzoni nella mia vecchia band, i Leftlovers. Ho pensato che, come introduzione per la mia carriera da solista, lanciare un EP di canzoni che tutti conoscono, sarebbe stata una cosa davvero appropriata, ma ero anche eccitato all'idea di entrare in studio e registrare queste canzoni, soltanto per "smontarle" e conoscere meglio come sono state scritte... con il risultato che sono molto felice di come sono venute fuori, perchè sono rinvigorite da un sentimento moderno, ma non mancano di rispetto alle canzoni originali. "Got It Covered" è stato prodotto da Linus di Hollywood, e io e lui assieme abbiamo selezionato le canzoni da registrare... amiamo moltissimo band come i The Knack e Elvis Costello, sapevamo di dover registrare qualcuno dei loro pezzi!
 
Perchè hai sentito la necessità di fare un disco solista?

Alla fine del 2009, ho notato che la mia vecchia band, i Leftlovers, stavano iniziando a perdere il loro slancio, e ora purtroppo non abbiamo nessun progetto futuro. I Leftlovers sono stati il mio obiettivo principale per molti anni, ma nella mia vita in questo momento è tempo di andare avanti e provare cose nuove e lavorare con altri musicisti... così ho ritenuto importante provare qualcosa di nuovo e divertente come "Got It Covered". Lavorerò su moltissime altre nuove canzoni, e sul mio nuovo album programmato per il 2011.

Quali sono le tue band preferite in assoluto? Hai invece qualche giovane band da consigliarci?

Mi piacciono moltissimo le band rock 'n' roll degli anni '60 e '70, ma molte di loro non esistono più! Ahah! Però ci sono delle band che ora adoro davvero molto. The Sugar Stems, che sono di Milwaukee, nel Wisconsin. Amo anche i The Jetty Boys (anche loro sono del Wisconsin). E per ultimi, ma non meno importanti, una grande band da Portland, i Monarques, che sono spaventosi!

Fra poco parti per un tour europeo, ti piace l'europa? cosa ti aspetti?
L'Europa è uno dei miei posti preferiti! Sono davvero fortunato a fare un tour in Europa, e per la terza volta. Amo il cibo, la cultura, la musica e tutti i club rock 'n' roll. E' tutto di cui uno come me ha bisogno! E non dimentichiamoci del formaggio... io adoro il formaggio... e la birra.
Questa volta sarà una nuova esperienza perchè suonerò con i Radio Days che mi faranno da backing band. Dovrò imparare un pò di italiano! I Radio Days sono ragazzi meravigliosi e brillanti musicisti, quindi immagino che il nostro concerto sarà il top... e ogni città e club in cui andremo si trasformerà in un party, costi quel che costi!

Dopo il tuor europeo e la promozione di Got It Covered, quali progetti hai?
Ho in cantiere un breve tour nel Midwest a Dicembre. Ad accompagnarmi ci saranno due dei membri dei Methadones, Geoff Palmer dei The Guts e il mio grande amico Wyatt Funderburk, che ha suonato con i Parasites and Second Saturday, ed è anche un mio collaboratore. Insieme abbiamo scritto un paio di canzoni, inclusa "Telephone Operator" dei Leftlovers. Dopo Dicembre, sto pianificando di andare al South By Southwest festival in Austin, e a Maggio andare al 25esimo anniversario del Screeching Weasel a Chicago... mi tengo impegnato!


 

giovedì 21 ottobre 2010

The Manges – Bad Juju


Nel panorama Punk Rock Italiano c’è una band che dal lontano 1993 porta avanti la bandiera Ramonsiana. Una band che, pur rimanendo nell’ambito underground, quando suona dal vivo riesce a muovere un numero non indifferente di persone. Una band che è riuscita a portare la propria musica oltreoceano riscuotendo ottime risposte dal pubblico. Questa band risponde al nome di The Manges. Il quartetto spezzino vanta la pubblicazione di 2 album, di 2 cd split, un Lp live, una quindicina di singoli su 7 pollici. Settimana scorsa, dopo 4 anni di attesa, ci ha regalato un nuovo album. Bad Juju è stato registrato ad Atlanta in Georgia ed è stato prodotto da Joe King, membro fondatore e cantante dei Queers.
Già al primo ascolto è lampante la qualità di questo lavoro. 
Stalag 17/Good Morning Campers, brano d’apertura, ha un’energia potente e probabilmente la canticchierete già al secondo ascolto. Lo stesso si può dire di brani come Hit the Punchball e The Last of the Savages.
La Title Track, Bad Juju, è forse la punta di diamante dell’album e racchiude, sia nelle sonorità sia nel testo, l’atmosfera dell’album. “Brutte storie” come le ha definite Manuel Manges in un’intervista a Radio Onda d’Urto. Così come Bad Juju anche Serenity Now riecheggia tantissimo il sound dei Ramones di Halfway to Sanity e Animal Boy. Motion Picture Rest Home invece ci ricorda i Ramones di Plesant Dreams con un ritornello divertentissimo.
Back to the Training Camp, scritta da Ben Weasel appositamente per l’album, suona incredibilmente Riverdales e infatti la melodia rimane impressa in testa a primo ascolto.
SGT. Mouse Band March vanta invece Danny Vapid come coautore e il suo apporto si sente… eccome!
L’attesa dei supporter dei Manges è stata ripagata a pieno e non a caso la risposta del pubblico al Release Party alla Skaletta, storico rock club spezzino, si è fatta sentire: locale pienissimo e brani nuovi intonati da buona parte del pubblico ad appena una settimana dall’uscita dell’album.
Il risultato finale è compatto e veloce, scorre senza fratture ed è da considerarsi un ottimo lavoro. Detto in parole povere: un altro album alla Manges!

Recensione di Ame Bumpkin'

Beat Pop Live present: Urban Clothes release party @ Rocket!


URBAN CLOTHES Release Party!* (Indie/Pop/Rock)

" Hug, Kill And Feel Your Rage"


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THE SKINNIBOYS (Indie Rock)


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FEMME FATALE (From Alessandria!) (Indie Rock)


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° FAMILY DJ SET °

FRA LIKELY LADS & SPECIAL GUEST "CAVA"!

VIRGY&SOFY

GIO&MINI


@ ROCKET

Via Pezzotti 52

Inizio ore 21:30!