venerdì 24 dicembre 2010

Recensione R'n'R Christmas! Likely Lads + The Bumpkins + Almostness + Pencil Cakes + Rainox @ Ligera


Nemmeno una piovossisima Milano e il fatto che siamo a due giorni da Natale ci impediscono di andare al Ligera, anzi! Stasera si preannuncia essere una grandissima serata di divertimento e festa.
I Rainox aprono le danze: la band è capitanata da una cantante donna, piccolina ma con una voce davvero potente. Anche la bassista è della stessa statura della cantante; io l'ho sempre detto che nella botte piccola c'è il vino buono. Il resto della band è composto da ragazzi con bandana e magliette rock 'n' roll in perfetto stile Guns 'n' roses, e infatti alla fine del live ci propongono la bellissima cover di “Sweet child o' mine”. I Rainox sanno roccheggiare per bene, c'è da dargli solo un po' di tempo per crescere e maturare.
I secondi in scaletta sono i Pencil Cakes. Il locale si è ormai riempito per bene e finalmente non fa più freddo. Quando mi avvicino al palco per vedere il live dei Pencil Cakes, vedo spuntare da sotto la chitarra del cantante due palle... natalizie (legate alla cerniera dei pantaloni...!). Il loro stile è inconfondibile: il cantante, ma anche gli altri membri della band, intrattengono il pubblico e sanno come far divertire, ridere e ballare. Suonano cover sulle quali non puoi proprio stare fermo. Come non nominare “Roadhouse blues” dei Doors o “Shoot the runner” dei Kasabian, che ti fa gasare tantissimo. La gente balla e sembra che nell'aria ci sia davvero qualcosa di strano; più che una serata normale di live sembra una vera e propria festa. Metà dei presenti indossa un cappellino da Babbo Natale (Ah, anche i Pencil Cakes hanno suonato con il cappellino!).
Poi è il turno dei Bumpkins. Se prima la gente si limitava a ballare adesso fa davvero casino. I loro pezzi sono davvero belli e orecchiabili, anche se alcuni di quelli nuovi suonano abbastanza simili. Però suonano esattamente il genere di punk rock che piace a noi, quello originale e brillante che non ti molla mai, con i suoi ritornelli da cantare a squarciagola e il sound stile Queers.
Penultimi a salire sul palco del Ligera sono gli Almostness, band formata da quattro giovani ragazzi milanesi. Guidati da influenze indie rock - un misto travolgente tra Arctic Monkeys, Strokes e Rooney - si presentano ancora un po' tecnicamente acerbi, ma con qualche sala prove in più per affinare la tecnica e una presenza scenica da rafforzare, potrebbero davvero fare grandi cose. Il loro talento traspare soprattutto dall'originalità con cui sono stati scritti i loro pezzi (da citare “Lucky loser”), e visto la giovanissima età (vanno tutti al liceo!) non è cosa da tutti i giorni.
Alla fine non rimane che chiudere la serata in bellezza; l'ultima band sono niente-popò-di meno che i Likely Lads. Il clima si è fatto bollente e il pubblico dei Lads, ormai enorme, è agitato e scatenato molto più del solito. Inutile ribadire quanto siano bravi; il loro power/pop rock è coinvolgente a livelli spaventosi. Tutti, ma proprio tutti, saltano e cantano. Non c'è un attimo di tregua, tutti i loro pezzi sono speciali, le cover che propongono suonano magiche ed è il delirio quando parte il pezzo di chitarra di “What became of the likely lads?”, canzone storica dei Libertines che ha dato il nome alla band e che per molti di noi là sotto al palco rappresenta una specie di inno.
Quando tutto finisce tocca a “Cava dj” intrattenere la gente. A quest'ora (ormai è l'una e mezza) durante le altre serate, i musicisti e tutti i presenti cominciavano a raccogliere la loro roba e avviarsi verso casa e rimanevano a ballare pochissimi coraggiosi/e. Ma stasera il palco del Ligera viene invaso da almeno una ventina di persone che si cimentano in balli e coreografie che vengono interrotte soltanto dal grande capo (i piani altri del Ligera) staccando la spina della consolle. La festa finisce in un “buuu” generale, ma non ricordo di essere andata via dal Ligera a quest'ora e ancora così carica.
Ci voleva proprio una serata del genere, sono convinta che la depressione natalizia sia stata spazzata via. Auguri a tutti!


Recensione di Arianna
Foto di Flora

giovedì 23 dicembre 2010

Greedy Mistress - A Compulsive Need Of You


Devo proprio dirlo... L’hardcore non è il mio genere! Se devo essere sincero l’idea di recensire quest’album non mi entusiasmava nemmeno troppo… Però mi sbagliavo! Mi è bastato un ascolto per rendermi conto che quest’album ha sicuramente un’energia e delle sonorità che meritano una certa attenzione. I Greedy Mistress dopo un tour americano e la pubblicazione di 2 cd, uno split e un Ep, con questo nuovo lavoro hanno fatto davvero centro. “A Compulsive Need Of You” suona molto HC anni 80 Made in the Usa, ricordando a tratti band come Antiseen, senza però cadere nel banale e ripetitivo. La batteria corre
a 100 all’ora spingendo ritmi sincopatici e paranoici alternati ad assolini divertenti e di certo non noiosi.
I brani migliori sono sicuramente “Romanian Love” e “(Big) Members Only”. 
Il mio consiglio? Dategli almeno un ascolto su myspace! Non ve ne pentirete.
 

Beat Pop Live present: R'n'R Christmas! Likely Lads + The Bumpkins + Almostness + Pencil Cakes + Rainox @ Ligera!


Rock'n'Roll Christmas!!!
III Edition!!!

&

GAS BHIRTHDAY PARTY!!

With:

Likely Lads
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Almostness
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The Bumpkins
The Bumpkins on MySpace

Pencil Cakes
Pencil Cakes on MySpace

Rainox
Rainox on MySpace

+ Cava Dj Set

5 band a soli 3 euro!!!!

dalle 21!!!!

al Ligera via padova 133!!
IL ROCK 'N' ROLL CHRISTMAS E' GIUNTO ORMAI ALLA SUA TERZA EDIZIONE!!

domenica 12 dicembre 2010

Recensione Giobia + The Nostalgics + Pocket Chestnut + Red Roosters + K.A.U. Dj Set! @ Ligera


Arrivo al Ligera alle nove e mezza passate. Non c'è molta gente e ci rimango un po' male, perché ultimamente le serate live in quel di Via Padova portavano un casino di persone.
Un po' più tardi sale sul palco la prima, giovanissima band: i Red Roosters. I quattro ragazzi ci propongono nient'altro che l'essenza nuda e cruda del rock. Non per altro si ispirano ai gruppi storici degli anni 60 e 70. Sembrano un pochino spenti, mi ricordo di averli visti più carichi. Comunque dopo qualche pezzo si scaldano e riescono a trasmettere con entusiasmo quella sana passione per il rock che li accomuna e li stimola, e finalmente traspare dagli strumenti e dalla voce del cantante una carica maggiore. Sicuramente il fatto che il locale non è pieno non li ha aiutati molto.
Fortunatamente quando finiscono di suonare, corro fuori a fumare una sigaretta e mi accorgo che la serata sta prendendo una piega diversa: il Ligera si sta riempiendo piano piano, la gente arriva ad ondate. Sarà che i secondi in scaletta si chiamano Pocket Chestnut? Si, sicuramente. Non puoi sbagliarti nel riconoscerli, perché ad ogni loro concerto spuntano sul palco oggetti di ogni tipo, musicali e non: un fiore rosso attaccato al microfono, una pannocchia di plastica, una rana di gomma, qualche altro oggetto (al quale non so dare dei nomi precisi!) che produce un suono particolare. I testi sono originali, ma la cosa che colpisce di più è l'insolita e incredibile energia, mista a malinconia, che si sprigiona tramite la voce e la gestualità del cantante. Canta la metà dei pezzi ad occhi chiusi, con una voce concitata ed emozionata. Si vede proprio che “se la sente dentro” la musica. Il loro album d'esordio si chiama “Bedroom rock 'n' roll” e l'atmosfera che riescono a ricreare dal vivo è proprio questa; una sorta di rock/folk che ti cattura e ti trasporta, ma che allo stesso tempo ti fa venir voglia di sederti beato e tranquillo in un angolino, magari su una poltrona morbida, e lasciarti cullare.
Poi il Ligera, ormai finalmente pieno come da copione, si prepara per un grande ritorno, quello dei Nostalgics. Li avevamo lasciati qualche mese fa, carichi come non mai, ma nel frattempo si sono dati da fare registrando il loro primo EP “Time is a Luxury”. Si dimostrano maturi, preparati ed ordinati. La presenza di una donna, la bassista, con i suoi cori leggeri e angelici, contribuisce moltissimo a rendere i Nostalgics una band perfetta dal punto di vista stilistico e armonico. I loro pezzi sono freschi e leggeri, caratterizzati da motivetti e ritornelli efficaci, capaci di farti battere i piedi a ritmo di musica. Dal vivo i quattro nostalgici non propongono cose eccezionali, si limitano ad eseguire le loro canzoni senza particolari intro o fronzoli vari, ma non si potrebbe chiedere nulla di più ad una band che è capace di regalare attimi così magici e sofisticati in maniera così semplice e diretta.
Il clima che le due band centrali avevano creato fin'ora viene spaccato dall'ultimo gruppo chiamato ad intrattenere il pubblico questa sera al Ligera, I Giobia. E' il momento di lasciare di nuovo spazio a sonorità più rudi e psichedeliche. I quattro Milanesi trasmettono energia, sono forti e aggressivi. Sembrano un fiume in piena pronto a esondare gli argini. Ascoltandoli dal vivo per la prima volta mi sembra di capire che il loro è un lavoro maggiormente strumentale; la loro musica è una specie di illusione acustica che riporta le orecchie degli ascoltatori a tempi un po' lontani, ricreando perfettamente l'ambiente 60's garage. Sicuramente c'è da dedicare ai Giobia un ascolto approfondito del loro secondo album “Hard Stories” che promette un viaggio a metà strada tra la lucidità e l'allucinazione.
Alla fine dei live, come al solito, c'è sempre qualcuno che ballicchia e canticchia vicino alla consolle dei Djs sorseggiando gli ultimi sorsi di birra, e mentre i musicisti finiscono di sistemare le cose si saluta tutti e si vola a casa, o magari a mangiarsi un panino con la salamella.


Recensione di Arianna

giovedì 9 dicembre 2010

Beat Pop Live present: Giobia + The Nostalgics + Pocket Chestnut + Red Roosters + K.A.U. Dj Set! @ Ligera


Beat Pop Live Present:


- GIOBIA

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- THE NOSTALGICS

The Nostalgics on MySpace



- POCKET CHESTNUT

Pocket Chestnut on MySpace



- THE RED ROOSTERS

Red Roosters on MySpace


+


KIDS ARE UNITED DJ SET.



@ LIGERA

VIA PADOVA 133

INGRESSO 5 EURO!!

INIZIO ORE 21 E 30!!

Interview with Assyrians!


INTERVISTA A MARCO GIUDICI, VOCE, CHITARRA E ORGANO DEGLI ASSYRIANS

Parlaci della tua band, gli Assyrians
Gli Assyrians sono formati da tre, o forse quattro, persone. Juju si occupa delle chitarre e del farfisa, Dandy dei tamburi e Marco del basso. Si sono formati dopo l'ultimo ottobre, impegnandosi subito in delle sessioni di registrazione di alcune promo tracks.

La vostra biografia (che si può trovare qui: Bio) è molto particolare ed insolita; perchè avete scelto di descrivervi così? da dove avete preso spunto, anche per la scelta del nome Assyrians?
Non sarei stato capace di scriverla in modo diverso, mi è venuto più spontaneo fare in questo modo ed ogni altro tentativo sarebbe risultato artificioso. Non è un'invenzione di punto in bianco: c'è più verità di quel che sembra.
La scelta del nome si riconduce alla nostra volontà di chiamarci con un nome di un popolo, ci piaceva l'idea ed il suono della parola che abbiamo scelto.

Ognuno dei componenti degli Assyrians suona già in altre band; come mai la scelta di suonare in un nuovo gruppo? cosa vi ha uniti?
Credo che ci abbia uniti la volontà di provare a produrre qualcosa che non suonavamo con gli altri gruppi, ispirandoci al nostro gusto comune.

Quali sono le band o i modelli principali a cui vi ispirate?
Sono molte le influenze, ti posso dire che ciò che ci ispira maggiormente sono i gruppi psych, popsike e freak beat di fine anni '60 (Kaleidoscope inglesi, Pink Floyd di Syd Barrett, Marc Bolan - sia con i John's Children che con i Tyrannosaurus Rex - , Creation, Majority, Fleur De Lys, Factory, Love, Electric Prunes, ecc). Poi ci sono anche diverse band di neo-psychedelia degli anni '80, tre su tutte: Spacemen 3, Dukes of Stratosphear e Three o' Clock. I Kinks.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Immagino di suonare qualcosa di cui essere soddisfatti, anche nella possibile prospettiva di suonare in giro e di essere prodotti.


- RECENSIONE - 
Questa volta ci occupiamo di una recente formazione, un trio: Juju, Dandy e Mavers. Loro sono gli Assyrians.
Coraggiosi e intraprendenti si affacciano sulla scena-non scena con una demo; si fanno spazio nel pop psichedelico, un genere non troppo in voga soprattutto qui in Italia.
I loro brani sono atmosferici, quasi come un viaggio ad occhi aperti nell'inconscio, un sound dream psycho-pop.
"Buccaneer's Memories" si apre come fosse una parata militare, la batteria ci lancia colpi martellanti in stile banda, i riff di chitarra ti riportano con la testa ad uno scenario western; il pezzo riceve la spinta decisiva nella parte centrale, con una scarica che lo rende decisamente magnetico.
La fiera e imperante "Fossyl", secondo brano della band milanese, si presenta con un ritmo crescente e una voce trascinante, avvolgente, ovattata il termine giusto, che risuona come un eco lontano. Lo stile marching band viene riproposto in questa traccia e rimane pressappoco in tutte le altre.
Il viaggio prosegue con "The emerald tale", pezzo lento e lineare che genera un inconfondibile flusso di suoni e visioni; un'altra dimostrazione della sensibilità di questa band nel saper utilizzare refrain accattivanti ed una psichedelia seducente fondata sull'ipnosi dei suoni con un presupposto stilistico replicato.
Il quarto pezzo "Hellebore", è forse il più incalzante dimostrandosi più vivace sul piano ritmico.
Degli Assyrians suggestivi che portano l'immaginario a confondere la realtà, come un'allucinazione, come un'illusione ipnagogica, dove le percezioni visive, uditive e tattili si fondono l'una con l'altra catapultandoti in un'altra dimensione sensoriale; un'esperienza mentale che si manifesta sotto forma d'immagini, per poi scomparire lasciando il posto ad un sonno ristoratore.
I tre musicisti fanno valere il proprio background psichedelico e noi marciamo sulle loro frequenze, marciamo insieme agli Assyrians. 



Recensione di Catia

giovedì 2 dicembre 2010

Beat Pop Live present: LABYRINTH! With DAISY CHAINS & BOB IN THE BOX


OPPOSTICONCORDI PRESENT:

LUNEDI 6.12.10

LABYRINTH!

In una location labirintica, dall'aperitivo (o cena su prenotazione), fino a notte fonda: Burlesque Show, Indie & Rockabilly Bands e 5 sale con la migliore musica alternativa!!


IN SALA 2 (SALA YOUTH) APRIRANNO LA SERATA ELETTRONICA:


DAISY CHAINS

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&

BOB IN THE BOX

Bob in the box on MySpace



TUTTO QUESTO IN VIA TIRANO 14, PADERNO DUGNANO, MILANO!

Da Milano via Fulvio Testi: prosegui dritto fino a imbroccare la Milano-Meda. Dalla A4: uscita Cormano seguire per Meda fino a imbroccare la Milano-Meda. Sulla Milano-Meda uscita 7 Veredo rientrare sulla Milano-Meda in direzione Milano e subito a destra dopo 30 metri c'e via Tirano,in fondo a sinistra il club!

domenica 28 novembre 2010

Recensione Daisy Chains + Likely Lads Live @ Edonè! (BG)


Questa sera ci mettiamo a seguire i nostri amatissimi Likely Lads a Bergamo, anche se le previsioni promettono neve tutta la notte; fanculo la neve, essere fans vuol dire anche fare queste trasferte!
Alle 9 e 30 arriviamo all'Edonè, locale carino e intimo che sorge in mezzo ad un mega giardino. Rimaniamo a chiaccherare per un po', giusto il tempo di scaldarci prima del live e poi ci spostiamo tutti nella saletta dei concerti per veder finalmente salire sul palco i Ragazzi Promettenti.
Con l'ormai consolidata uniforme a strisce bianco/nere e giacca di pelle, accolgono il loro pubblico con una scaletta piena dei loro pezzi nuovi: suonano “Falling in love”, “Shout your love” e i più affezionati cantano tutti assieme anche se sotto il palco non c'è il solito e tipico casino da concerto dei nostri Lads; siamo timidi, ma è una cosa insolita comunque, sarà che non è il nostro territorio e ci sentiamo un po' a disagio. Poi però su pezzi come “Dance” e la bellissima cover di Paul Collins “That's what life is all about” qualcuno si scatena un po' di più e parte qualche spintone insicuro. Tra pezzi nuovi e qualche chicca del passato, alla fine ciò che conta non è tanto il casino che non si è scatenato, ma una manciata di canzoni che sono state in grado di arrivare dritte al cuore delle persone.
I Likely Lads trasmettono entusiasmo e fanno sorridere; ai loro concerti tutti si conoscono e condividono le stesse emozioni.
Se mai mi dovessero chiedere perchè li amo così tanto, di certo risponderei che sono una delle pochissime band in circolazione che sia riuscita a dimostrare che è possibile fare un'ottima musica e dei bellissimi concerti anche senza l'uso di particolari effetti speciali, ma come invece siano la passione, l'energia e la semplicità a determinare la buona riuscita di un live e a creare un legame incredibile e indissolubile con il pubblico.
Se avete presente la sensazione che ho appena descritto, allora dovete ascoltarvi anche i Daisy Chains; fratelli (musicalmente parlando) dei Likely Lads, salgono sul palco dell'Edonè dopo di loro, scaldando ancora di più gli animi del pubblico. Non inventano niente di nuovo, ma la loro musica ti rapisce e ti catapulta con la mente indietro nel tempo. I riff e le melodie sono in perfetto stile rock 60's, e vengono ormai recensiti da tutti come i figli dei figli dei Clash. La loro musica è esattamente a metà strada fra queste atmosfere nostalgiche e quelle più scanzonate e brillanti dei Babyshambles.
Propongono vecchi pezzi come “Disappear” e “Lalalala”, che hanno dei ritornelli immortali che ti saltano in testa e non la smettono più di tormentarti. Le ragazze sono scatenate (ad un certo punto un reggiseno piomba addosso al cantante), ma anche i ragazzi non sono da meno. La gente balla fino a rimanere senza fiato su tutte le canzoni, vecchie e nuove; ci si abbraccia e si canta a squarciagola. Di tanto in tanto la folla viene attraversata da una ragazza che salta da sola in lungo e in largo; e fidatevi, è bellissimo vedere queste cose durante un concerto di ragazzi che hanno più o meno la tua età.
Tanti affermano che le band a fare la differenza sono altre, con caratteristiche diverse e se vogliamo più originali, ma se vi piace un minimo il genere e siete di Milano e dintorni vi sfido a levarvi le pantofole e andare a vedervi i prossimi concerti di queste due band.
Io comunque, se la prossima trasferta è nel Wyoming, ci vado lo stesso.


Recensione di Arianna
Foto di Virginia

sabato 27 novembre 2010

Beat Pop Live present: Daisy Chains + Likely Lads Live @ Edonè! (BG)


°GREAT NIGHT AT EDONE'°
°2 LIVE BANDS AND A DJ SET°


°DAISY CHAINS°

Daisy Chains on MySpace

What a band, starring great artists such as "kissy kissy hippy Tassy" and "Mad bass lines spinning Black Bird".


°LIKELY LADS°

Likely Lads on MySpace

presenting new power pop hits of the future. Good looking youngsters.

+

°THE KIDS ARE UNITED DJ SET°

Milan's finest DJ mob:
Two Lonely Guys + Biting Lips Bitches

giovedì 25 novembre 2010

Recensione Ashtones + The Doggs + Guest @ LIGERA!


Sto male…
Sono le 2.37 e sto ancora male.
Ok.
Immaginate.
Immaginatevi una bella casa ottocentesca. Una casa ricca piazzata in bella vista su di una morbida collina. Di quelle belle case di legno dipinto, (o in mattoni se volete), con un portico ombreggiato che si affaccia su di un gran giardino, recintato da una bella staccionata dipinta di bianco. La casa è ricca di stanze. E le stanze sono ricche di mobili di ogni tipo e utilità. Sfarzosi ed eleganti. Gli armadi colmi di vestiti da gala o da passeggio, di smoking e abiti da sera.
Bene, vi siete fatti un’idea?
Ok, ora prendete questa idea e invecchiatela di un paio di secoli. Invecchiatela al peggio che vi viene in mente. L’intonaco si stacca dalle pareti, la staccionata bianca è ora di un colore grigio fango e di legno marcio. Le stanze piene di polvere, ospitano ragni e insetti, e sono allagate. Acqua che scorre giù dalle pareti, rigonfie dalle troppe piogge. I mobili pieno di tarli, marciti, consumati. E il bel giardino è secco e morto. Inoltre il cielo è grigio, anzi, piove che dio la manda. Acqua mista a fango scorre giù lungo le scale della casa, portando merda e detriti e spargendola sul pavimento aspettando che il sole del giorno dopo la faccia seccare lì.
Bene, ci siete? Gli Ashtones sono questa casa. E la loro musica è la pioggia e il fango incrostato, sono i ragni che infestano le pareti, i tarli che rosicchiano il legno. Sono il gruppo più fatiscente che abbia mai visto su di un palco, giuro. A partire dal cantante, un volto e una voce che paiono aver vissuto il triplo del tempo massimo che riesci ad immaginare. Un chitarrista che parla, urla e canta, ma l’unica cosa che capisci tra tutto quel che gli esce di bocca è: “Fuck”, e che scivola ogni volta che salta. L’altro chitarrista parrebbe quasi una persona normale, se non fosse per l’occhio sinistro perennemente strizzato e semi-chiuso. La bassista ha un volto fantastico, un’espressione giovane che fa a botte con i primi segni di invecchiamento sul suo viso. E ha dita veloci e precise che ballano lungo le corde del suo strumento. Il batterista è una macchina da guerra, impeccabile, forte e preciso. Ma a vederlo decontestualizzato, non avresti assolutamente idea di dove collocarlo. Men che mai dietro una batteria. Eppure questa casa fatiscente questa sera mi ha fatto sentire più vivo che mai.
Il concerto è stato magnifico. Magnifico!!
Pezzi energici, veloci e predatori. Ti catturano e ti scopri a ballarli che non te ne sei nemmeno accorto. Impeccabili nel ritmo, la tecnica e soprattutto l’alchimia. Uno spettacolo geniale, assurdo, le volte grottesco e stimolante: tra un microfono che si rompe, l’asta che cade, il chitarrista che scivola e il cantante che ogni tot. canzoni scende dal palco per andare un attimo nel back stage…
E l’eccitazione nel pubblico, non più di una ventina di persone, sale da pezzo in pezzo. Si infuoca. E il batter di mani alla fine delle canzoni è sempre tanto energico quanto sincero. Sempre.
Insomma, un gran concerto, una gran serata!!
Ciliegina sulla torta è stato poi il finale. Al momento di scendere dal palco, i due chitarristi iniziano a litigare di brutto. Non chiedete perché. Urlandosi dietro in inglese e francese (per chi no lo sapesse gli Ashtones vengono dalla Francia), creando un po’ di timore da un lato, ma anche grande ilarità a quel pò che rimaneva del pubblico, già estremamente su di giri. Alla fine non si son menati e il locale non è stato distrutto, ma c’è mancato poco!
Insomma, tre euro spesi davvero bene; unico peccato la poca affluenza all’evento. Se nel locale ci fossero state anche solo il doppio delle persone presenti, allora sì che sarebbe stato davvero il delirio.
Per finire, meritati complimenti ai: The Doggs! Gruppo italiano dalle belle canzoni e dalle cover azzeccate che ha dato una degna apertura alla band francese. Si meriterebbero davvero di più di queste poche righe.
Ok, ho finito lo spazio credo, e poi cazzo, si son fatte le 3.48… ho sonno cazzo!
Solo un’ultima cosa vi dico: la prossima volta che c’è un evento del genere… venite stronzi!! 


Recensione di Marco

martedì 23 novembre 2010

Fatti ascoltare!

Hai una band e sei di Milano o dintorni?
Manda una foto e un contatto a Band Milanesi per essere inserito nel gruppo!

Scopri su Facebook come funziona!



domenica 14 novembre 2010

Recensione Gerson + Likely Lads + Kantina 27 + Colin Farrell + Cocos @ Ligera!


Un Ligera così pieno non si era mai visto. Ok che è sabato sera, ok che le band in scaletta - Cocos, Colin Farrel, Kantina 27, Likely Lads e Gerson - promettono bene, ma un pienone del genere non so se tutti se lo aspettavano.
Alle nove e mezza precise salgono sul palco le Cocos; finalmente suonano un pò di più rispetto al solito. Sono belle e brave e ti mettono addosso una carica impressionante, non si può non adorarle. A metà concerto succede qualcosa alla chitarra della cantante (?) ma al pubblico non gliene frega nulla e ormai fermarsi per qualche minuto durante il live è diventata una particolarità delle Cocos. Poi a sistemare le cose intervengono gli uomini, cosa volete di più! Riprendono senza problemi e terminano una scaletta piacevolissima: tra i pezzi più belli e apprezzati ci sono "Wasted" e "Come on!".
E' il turno dei temuti/amati Colin Farrel. Temuti perchè c'è sempre qualche sorpresa ai loro concerti, tipo che sei lì a pensare "oddio chissà cosa si inventano sta volta" e amati perchè non si può fare a meno di ridere, divertirsi e cantare in coro i loro pezzi più famosi. Come non detto, alla seconda canzone, qualcuno porta al cantante un panettone e Mr. Mob non ci pensa due volte a strappare la confezione e fare casino: mentre canta inizia a lanciare pezzi di panettone sulla folla sotto al palco, che a sua volta raccoglie i pezzi di panettone e li rilancia in ogni direzione. Poi su "Lollo is on cortisone" scatta il delirio. Pogo e cadute (sull'uvetta). Finito il loro live, il palco del Ligera sembra un campo di battaglia.
A "peggiorare" ancora di più la situazione ci si mettono i Kantina 27, band punk/rock da Desio che ha aperto molti concerti a band affermate del genere come i Punkreas, Derozer,
Pornoriviste e Gerson. Avvicinarsi al palco è impossibile data la situazione pogo. Comunque i quattro ragazzi brianzoli suonano bene, divertono e propongono un live punk italiano con i fiocchi; sono in sintonia con l'ambiente e riescono a coinvolgere perfettamente i fans.
Siamo a metà serata e la gente continua ad arrivare ad ondate. Il locale si infiamma quando la quarta band, I Likely Lads, prendono posto sul palco e cominciano a sistemare gli strumenti. In pochi minuti, tutti (compresa me) si ritrovano a nemmeno un metro dal naso del cantante in preda a balli e urla. La costante dei loro live è proprio questa; un gruppo sempre più folto di persone che per motivi affettivi e non, si scatenano e si divertono da morire. C'è chi canta appassionato e chi li ascolta quasi in religioso silenzio perchè i pezzi che propongono sono magnetici. Suonano qualche canzone di vecchia data, ma la sorpresa più grande sono i pezzi nuovissimi come "Morning love" e "Dance" che coinvolgono ancora di più. Tutti li hanno già imparati a memoria. Come sempre sono emozionanti anche le due cover ricorrenti, "That's what life is all about" di Paul Collins (su questa non possono non venirti i brividi) e "Psycho killer" dei Talking heads, cover sulla quale si conclude un concerto perfetto in tutto e per tutto.
Poi tra il sudore, le botte prese su gambe e braccia, e l'arrivo di Maccio & Rupert Sciamenna, la gente si ricompone in attesa dell'ultima band, I Gerson, un nome una garanzia. Famosissima band punk/rock che riceve sempre un'ottima risposta dal pubblico. E' il casino più totale. Ci si infila a fatica in mezzo alle persone; io, davanti, non ce l'ho fatta ad arrivare. Cantano tutti quando i Gerson suonano i pezzi con i riff più divertenti, diretti e brillanti, come "Tua madre è preoccupata", "Ridono di me" e mille altri. Chiudono con "Ottavio" e la gente invade il palco mischiandosi alla band. Non c'è niente da fare, dal vivo i Gerson donano tutto al loro pubblico e non deludono mai.
Gran casino, tantissime persone e divertimento assicurato. Chi si è perso questa serata... non ha capito niente!
 

Recensione di Arianna
Foto di Marti Di Lauro

venerdì 12 novembre 2010

Interview with Frances!


INTERVISTA A FRANCES, degli I'VE KILL THE CAT & LTD

Parlaci un pò dei tuoi nuovi progetti musicali
Ho sempre suonato con gli I've killed the cat, componendo i pezzi e suonando chitarra-bassa e voce dal vivo, da qualche anno porto avanti un progetto chiamato L.T.D. (le troie in discoteca) con il quale ci apprestiamo a registrare 3 canzoni per un singolo a Dicembre. L'uscita è prevista per i primi mesi del 2011 con un tour molto interessante in Italia e in Europa, del quale pero non posso svelare i particolari per adesso.
Da qualche mese ho dato vita al mio progetto solista (frances & the cats) e ora sto preparando la scaletta per i concerti e preparandomi con una band di supporto alla registrazione dell'album d'esordio (Rotten apples) che verrà prodotto artisticamente da Jacopo dei Dance for burgess, e uscirà sotto Smoking kills records in collaborazione con studio Piter di Federico Pazzi, per l'appunto solo dei pazzi potrebbero credere nel mio progetto.
Il sound del progetto sta prendendo forma e l'uscita del disco è prevista per la primavera del 2011. L'album verrà interamente dedicato ad una persona che non c’è più con il quale sono cresciuto artisticamente e umanamente.

Come definiresti la tua musica e il tuo stile?
La mia musica è un misto di tutto quello che ascolto, vedo e vivo. Non riesco ad etichettarla mediante una definizione o un genere ma la ritengo sincera e diretta, insomma senza tanti arrangiamenti, fronzoli e calcoli vari. Non penso a come vorrei suonasse una mia canzone piuttosto la suono e basta come mi viene. Un pò come fare l'amore o andare dallo psico-analista.

Quali sono le tue più grandi fonti d'ispirazione e se c'è qualche artista a cui ti ispiri
Da sempre la più grande fonte di ispirazione per la mia musica e stata la massiccia presenza di casini che succedono nella mia vita. I musicisti che più mi ispirano sono troppi da elencare, in questo momento mentre ti rispondo sto ascoltando gli Spiritualized.

Hai qualche nuova band emergente da consigliarci, che ti ha colpito ultimamente?
Ultimamente le uscite discografiche mi han quasi tutte deluso parecchio. Tra i pochi che mi piacciono ci sono sicuramente i Dead Kids.

I 5 dischi fondamentali per te
  • Bob Dylan - Highway 61 Revisited
  • Primal Scream - Screamadelica
  • The Smashing Pumpkins - Mellon Collie & Infinite Sadness
  • Velvet Underground & Nico
  • Johnny Thunders - So Alone



- RECENSIONE I'VE KILLED THE CAT / FORGIVENES PARTY -
Primo EP di 5 pezzi per gli I'VE KILLED THE CAT uscito qualche tempo fa per la SMOKING KILLS RECORDS.
Band NEW WAVE/INDIE/PUNK di Milano il misto perfetto tra Joy Division, Bauhaus e Johnny Thunders con qualche schizzo di Indie 2000 come Strokes e Arctic Monkeys.
5 Ottimi pezzi ben composti e ben registrati da ascoltare e anche da ballare, come nel caso di Ashtrays il singolo, per nulla banali come la voce del cantate assolutamente perfetta per i pezzi.
Se volete qualcosa di nuovo che si distingua dalle solite band Indie e se amate le atmosfere "dark" new wave è il disco giusto. Da segnalare molto bello l'Artwork del disco.



Recensione di L.A.

Recensione Carl Barât @ Tunnel (Mi) – 10 Novembre 2010


I Libertines sono i Libertines, su quello non si discute e dopo averne visto la reunion “tutto il resto è noia” dico e direbbe anche il Califfo se non avesse altro a cui pensare (e se li conoscesse). Non ci sono Babyshambles (seppur validi) o Dirty Pretty Things (trascinanti ma un po’ troppo legati al suono Libertines) che tengano. C’è l’apprezzato progetto solista di Pete, “Peter Doherty” e adesso anche il fratello maggiore Carl con l’omonino “Carl Barât” esordisce col suo lavoro che si discosta e non poco da Pete.
Dal vivo Carl è sempre un piacere vederlo, col suo volto da attore consumato, l’aria da francese ribelle, bandana al polso e giacca di pelle.
Supportato da un’altra chitarra, piano, contrabbasso, violoncello e batteria inizia con “Je Regrette Je Regrette” e si capisce subito l’andamento delle sonorità, molto orchestrali, pompose quasi barocche. “Run with the Boys” ci porta a velocità e chitarre più “libertine” ma con fare baldanzoso e mai incontrollato. Com’era facile immaginare con la cover “The Man Would Be King” il pubblico si scatena mentre “Carve My Name” placa subito gli animi con un’impronta retrò quasi noir e l’uscita finale del pezzo come a narrare il finale di un film. “She’s Something” la più acustica dell’album è ritmata, calda e rassicurante come la voce di Carl. Fra una sigaretta e l’altra offertagli dal pubblico alterna sia pezzi dei suoi Dirty Pretty Things (“Deadwood” e “Bang Bang You’re Dead”) a perle dei Libertines “Up The Bracket” e “Death on The Stairs”. Il tutto inframezzato da altri brani del suo lavoro come ad esempio “So Long My Lover” dove l’intro pesca a piene mani nel dark cabaret dei Dresden Dolls finendo su un pop sfarzoso dove il genitore che salta all’orecchio è Neil Hannon dei Divine Comedy, ma non caso alla fiabesca, patinata e infine teatrale “The Fall” partecipa anche lui nel disco.
Dopo altri brani si arriva a conclusione con “Don’t Look Back Into the Sun” nel delirio che suscita al pubblico più che mai partecipe.
Carl in Italia anche da solo piace sempre, riesce a coinvolgere mescolando in dosi perfette le canzoni della sua carriera musicale e in quest’ultimo suo lavoro ha rivelato la sua anima più che mai elegantemente romantica.
Però solo uniti sullo stesso palco Pete e Carl possono rendere al massimo, ognuno croce e delizia dell’altro ed assieme con Gary e John potersi chiamare The Libertines e anche su questo c’è poco da discutere, anzi nulla.



Live report & foto di Nicholas

giovedì 11 novembre 2010

domenica 7 novembre 2010

The Snipers - But what am I seein' over there?


Gli Snipers sono una band del milanese attiva dal 2008, hanno già vari live alle spalle e un po' di tempo fa hanno dato alle stampe questo 7" rigorosamente autoprodotto. Artwork interessante e produzione curata, l'aver scelto di debuttare discograficamente su vinile gli fa guadagnare punti! Immancabile il fogliettino interno con testi e foto, vero MUST IRRINUNCIABILE per noi nerds.
Le canzoni sono dirette e entrano subito in testa, punk rock classico senza fronzoli con un bel sound grezzo al punto giusto e qualche chicca qua e la. Registrazione di buon livello, voce melodica e ottimi cori danno dinamicità al tutto. Il lato A è, a mio parere, il migliore; si apre con la ottima "I wanna kiss you on the couch" che ci ricorda le limonate con le prime fidanzatine e poi "I don't wanna grow up" classico teenage anthem. Nel lato B "my war is ended" non mi convince e "she's got no brain" è la mia preferita con ritornello che spacca! Promossi con questa prima uscita... ora aspettiamo anche il 12"!!



Recensione di Nico Giangrossi

giovedì 4 novembre 2010

The Nostalgics - Time is a luxury


Sarà la passione sfrenata del cantante per i tanto idolatrati The Smiths, sarà che ricordano quelle cose, quei suoni che non si sentono più da tempo ormai, oppure sarà semplicemente che loro sono i Nostalgics.
Un altro quartetto milanese che ha sfornato per noi - e per voi -  una demo  fresca fresca di stampa, "Time is a luxury".
E’ con questa demo che debuttano i nostri Nostalgics, che già solo dal nome del gruppo fanno capire di che pasta sono fatti; ci suggeriscono una precisa linea compositiva e stilistica dei loro brani: pezzi coinvolgenti per altro, che all'ascolto trasmettono un non so che di romantico, quasi malinconico.
La copertina del disco, un bambino con mega cuffione seduto su una vecchia poltrona di pelle marrone, rispecchia perfettamente le atmosfere vintage che riescono a ricreare con le sonorità, atmosfere date anche e soprattutto dai backing vocals.
Voce e melodie trascinanti, suoni morbidi prodotti dalle chitarre, i nostri indie/retro pop nostalgici ci regalano dei pezzi semplici ma sofisticati nel contempo, come la deliziosa "Amanda, by the marble stairs" o come le più intraprendenti "Shimmer" e "Anchors".
Insomma, se il "tempo è un lusso" io non lo sprecherei in cose futili, bensì se fossi in voi, correrei ad ascoltare il disco.
Enjoy it!


Recensione di Catia

venerdì 29 ottobre 2010

Recensione Kurt Baker + Radio Days Pop Expolsion tour + Likely Lads @ Barrio's Cafè


Nove e mezzo di sera di fronte al Barrio's. Alla cassa sono cinque euro d'ingresso; accettabile dai, andata. Una volta dentro al locale ci si guarda intorno, facce simpatiche, gente allegra.
Al banchetto, fornito di maglie, cd, spille e altri gadget, troviamo Paco, batterista dei Radio Days, che ci allunga il promo del loro album spiegandoci che le stampe originali sono ferme per non si sa quale motivo e che quindi per ora vengono regalati al pubblico. Regalo gradito per altro, grazie Radio Days!
Tempo quattro chiacchere e un cocktail che vediamo già salire sul palco la prima band della serata, i Likely Lads. Dal fondo del locale noto con piacere e apprezzo la qualità del suono, strumenti distinti e voci perfettamente nitide. Eccezionale.
Dunque prendo il mio vodka lemon e raggiungo la prima fila. I nostri giovani apripista alternano pezzi del loro nuovo EP "Love is all you need" quali "Shout your love" , "Dance", a classiconi come "In love" senza dimenticare "That's what life is all about" grande cover di Paul Collins. Tutti brani che risuonano nelle casse, nelle orecchie e nel cuore dei loro ormai consolidati spettatori che li seguono ovunque vadano. Al tutto si aggiungono salti, cori, urla, pogo disordinato e incitamenti vari. In definitiva, carichi e trascinanti come sempre, ci regalano l'ennesimo show benfatto. Un applauso ai Likely Lads.
Il pubblico ormai palpitante è pronto ad accogliere sulla scena il secondo quartetto milanese, uniforme nera e strumenti bianchi in perfetto stile Radio Days. Loro vi assicuro, vanno visti per forza.
Oltre allo show sonoro sono pronti ad intrattenere la folla con un mini spettacolino tramite il batterista/oratore che ad ogni fine pezzo ne introduce il successivo.
Come si dice ogni tanto in gergo giovanile "spaccano di brutto"; mischiano la carica powerpop ad un’atmosfera sixties, riff contagiosi alternati a pezzi più complessi, con un pubblico scisso tra gente sollecitante, canterina, e gente intenta ad ascoltarli attentamente.
Dei Radio Days tosti, incalzanti, che picchiano giù duro. Certi e consapevoli, fanno scorrere la loro scaletta. Ci sono pezzi non molto semplici da assimilare se non si ha ancora ascoltato il disco, ma sono molto apprezzati brani come "Elizabeth", che ha un impatto da pelle d'oca, e altri come "Evelyn town" e "Dirty tricks". Delle vere e proprie bombe, non c'è che dire.
Radio Days instancabili, che dopo aver suonato per più di mezz'ora i loro pezzi, fanno da backin band ad un esaltato (nel senso più buono del termine), tanto atteso e citato Kurt Baker. E se prima il locale era infuocato, ora è pronto ad esplodere.
Il primo live show del Kurt Baker/Radio Days pop explosion tour è decisamente iniziato.
Viene dato il via libera alle danze con un Kurt/Elvis Costello: "Pump it up" è il brano di apertura.
Un Baker magnetico e carico da morire, che pensa a divertirsi ma sopratutto a far divertire le persone sotto il palco. Il tempo scorre e si balla, si balla, si balla. Si cantano "Telephone Operators" e "Dance with me" dei Leftovers, "Hanging on the telephone" ed un super classicone come "Pretty Woman". Sono tutti impazziti. Ma il delirio più totale lo si vede quando Baker & Days invitano tutti sul palco a scatenarsi sulle note di "Look but don't touch" di Paul Collins and The Beat. Siamo vicini alla chiusura e allora (all right! all right! all right!) come non finire con "Party till we'll die", scelta azzeccatissima.
La serata è dunque giunta al termine ma il tour è solo all'inizio.


Recensione di Catia
Foto di Gabriele Gastaldin 

Altre fotografie della serata le trovate qui (Kurt Baker + Radio Days + Likely Lads )

A breve, qui su Beat Pop Live, anche il video!

giovedì 28 ottobre 2010

Recensione della serata al Batik! All you need is Pop con: The Bumpkins, The Berkeleys, Ass Cobra, Pop Gun

Mercoledì sera si va tutti al Batik, locale che ormai conosciamo come le nostre tasche, unico posto di Milano in cui si può allegramente fumare (sigarette eh!) guardandosi il concerto. La serata si preannuncia "cafonissima"; i gruppi che suoneranno sono Colin Farrell, The Bumpkins, The Berkeleys, Ass Cobra e per finire Pop Gun direttamente dalla Norvegia. Insomma, punk rock sia!
Riscaldamento pre-live: litri di birra. Si comincia con gli Ass Cobra e prima di tutto vi devo dire com'erano vestiti. Il cantante aveva una salopette di jeans in stile benzinaio, il chitarrista - forse quello conciato meglio - ma solo a livello di vestiario (perchè di alcool ne aveva ingerito fin troppo) aveva pantaloni rossi e giacchetta di jeans; il bassista invece portava una kefiah, una specie di tunica blu e cappellino in stile arabo, mentre il batterista indossava canotta bianca, gilet di pelle e rossetto nero. Carichissimi e stra-gasati fanno un casino assurdo: sbandano e picchiano duro. Gli amici salgono a cantare con loro e il pubblico si diverte tantissimo. Almeno una volta nella vita bisogna vederli live.
Poi tocca ai Berkeleys, gruppo torinese pop/punk rock formatosi nel 2009. Complici i cattivi suoni forse non riescono a spiccare al meglio, ma il quartetto è unito e sembrano piuttosto seri nel presentarsi e nell’eseguire i pezzi, ricordando un po’ i primissimi Blink 182. Un’esibizione quindi non al 100%, ma che comunque riesce bene ad inglobarsi nell’atmosfera intima della serata.
I terzi a suonare sono i Colin Farrell. Qualcuno tra il pubblico urla "Vai Mob!" ancora prima che il soggetto in questione, il cantante, si metta dietro al microfono. Suonano un punk velocissimo, le canzoni sono semplici, eseguite una dopo l’altra, e si imparano quasi subito. Ma quello che colpisce di più è il continuo impazzire del cantante. Non smette un attimo di muoversi, si intrufola tra il pubblico facendo anche un bel pò di metri verso il fondo del locale, poi torna indietro e va verso il bagno, poi gira attorno al microfono e si butta in mezzo alla strumentazione accantonata in un angolo del palco. La gente lo incita, ride e scoppia in un urlo collettivo quando I Colin Farrell suonano uno dei loro pezzi più completi "Lollo is on cortison". Il divetimento è assicurato.
Stessa sorte per i Bumpkins. Suonano punk rock dal 2007 ma ultimamente è cambiata la formazione. Anche loro sono parecchio carichi, già dalla prima canzone il pubblico si scatena in un pogo violentissimo e chi non era già sudato... beh, suda per forza adesso. Suonano tutti i loro pezzi migliori: "You gotta go", "Fonzie", il nuovissimo "I was troubled" e alla fine c'è pure spazio per "Sea Monkey". Scalette tutte abbastanza brevi ma piacevolissime.
Per ultimi tocca ai Pop Gun, quattro ragazzoni norvegesi con due album alle spalle e un bassista che suona anche negli Yum Yums. Sono bravi, hanno una presenza scenica che ricorda vagamente quella dei Gaslight Anthem (non come sonorità, ma proprio per atteggiamenti). Il loro è un rock che suona più “classico” rispetto alle altre band. La chitarra solista è potente e importante, la teatralità che assumono suonando dimostra che ci sanno davvero fare.
Con loro si conclude in bellezza una serata “ignorante” che verrà ricordata per le esibizioni pazze, i poghi e metà dei presenti ubriachi. D’altronde l’essenza del punk rock è esattamente questa!


Two Minutes with Egil Stemkens (From Pop Gun)



Live Report di Arianna 
Intervista realizzata da Ame Bumpkin'

Beat Pop Live present: Kurt Baker + Radio Days + Likely Lads @ Barrio's Cafè

Beat Pop Live & Otis Tours Present:

KURT BAKER (from The Leftovers) Live In Milan!

Kurt baker on MySpace

+

RADIO DAYS *RELASE New album "C'est La Vie"!!*

Radio days on MySpace

+

LIKELY LADS

Likely lads on MySpace


INIZIO ORE 21

INGRESSO 5 EURO!

@ BARRIO'S CAFè

VIA BARONA ANGOLO VIA BOFFALORA (MILANO)


OTIS TOURS
http://www.myspace.com/otistours

mercoledì 27 ottobre 2010

Radio Days Special


INTERVISTA A DARIO, VOCE E CHITARRA DEI RADIO DAYS

Parlaci del nuovo album "C'est la vie"
Inannzitutto ciao a tutti e grazie per mille per l'intervista!
"C'est La Vie" è il nuovo disco dei Radio Days che uscirà il 15 novembre in versione CD per Tannen Records (http://www.tannenrecords.com ), in versione in vinile per Surfin Ki Records (http://www.myspace.com/surfinkirecords) e negli USA per Insubordination Records (http://www.insubordinationrecords.com). E' il disco di cui andiamo più fieri, che ci rappresenta al meglio e contiene le migliori canzoni che abbiamo mai scritto!

Quali sono stati i cambiamenti dal primo disco a quest'ultimo?
I cambiamenti sono stati tantissimi. Dal nostro primo disco del 2006 abbiamo cambiato due batteristi, il nostro ex chitarrista Paco è passato alla batteria e abbiamo preso alla chitarra nel 2008 il nostro vecchio amico Asso. Praticamente siamo completamente un altro gruppo. Quel disco è molto più orientato sul poppunk e ormai non ci rappresenta per niente. In effetti, dal vivo, non suoniamo più neanche uno di quei pezzi. Dall'uscita dell'EP "Midnight Cemetery Rendezvous" nel 2008 abbiamo svoltato verso il powerpop che è il genere che abbiamo sempre voluto suonare.

Cos'e il Powerpop per te, e perchè avete deciso di fare questo genere?
E' difficile dover dare una definizione di Powerpop in generale perchè spesso troppe band anche molto diverse fra loro vengono etichettate "Powerpop". Più che una descrizione generale ti posso dire come qual è la nostra concezione di questo genere. Scrivere pezzi orecchiabili ma non banali, di concezione decisamente pop ma suonati con una grande energia in cui le melodie e le armonie vocali, soprattutto nei ritornelli, rivestono la componente più importante.
Questa secondo noi è la ricetta per il Powerpop perfetto. Non c'è nulla di meglio da suonare!

Quali sono i modelli principali a cui ti ispiri?
Siamo tutti e quattro Beatlesiani fino al midollo e ne andiamo naturalmente fieri.
In generale come modelli abbiamo i grandi gruppi 60's della British Invasion, Beatles, Who, Small Faces, Kinks, Byrds, Zombies, il powerpop degli anni '70 del primo Elvis Costello, Graham Parker, Nerves, Paul Collins Beat, Big Star, Rubinoos, Joe Jackson, Knack, Raspberries, Keys fino ad arrivare a cose più moderne come i primi Weezer, i Muffs e i Teenage Fanclub.

Tra poco partite per il tour europeo con Kurt Baker a cui farete anche da Backingband, cosa ti aspetti?
Semplicemente non vedo l'ora. Abbiamo fatto l'ultimo tour in Europa nel 2008 ed era finalmente ora di ripartire! Suoneremo in Italia, Svizzera, Francia, Spagna, Germania e Danimarca in alcuni locali davvero fighi. Soprattutto in Spagna c'è un grande interesse per questo genere di musica e la gente ai concerti è fantastica. Kurt poi è davvero un grande e con lui a fianco il divertimento è assicurato!

Secondo te, come si fa a riportare la gente ai Live e farli magari anche appassionare ad un genere come il Powerpop che forse in Italia non ha mai preso davvero piede, forse anche perchè di band italiane che hanno proposto questo genere non ce ne sono mai davvero state?
Il problema della scarsità di pubblico ai live coinvolge direi tutto il mondo della musica in generale. Naturalmente si fa sentire ancora di più per un genere come il powerpop che non è di certo popolare. Penso sia molto difficile che le cose possano cambiare, l'unica cosa da fare rimane quella di continuare a pubblicare dischi di grande qualità e concentrarsi su concerti live intensi e che possano coinvolgere il pubblico! Prima o poi qualcuno se ne accorgerà e magari le cose cambieranno!

Quali sono i 5 dischi fondamentali per te?
Di fondamentale per me ci sono solo i Beatles, in particolare:
  • Beatles - Revolver
  • Beatles - Help
  • Beatles - Rubber Soul
  • Beatles - Abbey Road
  • Beatles - A Hard Day's Night

Quali sono le tue band/artisti preferiti in assoluto, e se hai invece qualche giovane band da consigliarci?
I miei gruppi preferiti coincidono con quelli a cui ci ispiriamo e che ho già nominato prima. Per quanto riguarda nuove band italiane mi piacciono molto i Bad Love Experience di Livorno, i Record's di Brescia, e gli Home di Verona. Come band estere invece di posso nominare gli 88, i Red Button e i Singles.

Ultima cosa. Rivelaci qualcosa sui Radio Days che non hai mai rivelato a nessuno
Non ti posso rivelare tutto ma inizio a darti due indizi. L'ora, 22:10 e la causa: soffocamento a causa di una sarciccia.

- BIO -
I Radio Days sono la risposta italiana all'essenza del Powerpop di fine anni '70, un'ideale incrocio fra le melodie e le armonie di stampo beatlesiano dei sixties e l'energia del punk dei seventies. Un esplosivo mix tra l'urgenza del primo Elvis Costello, gli intrecci vocali dei Rubinoos, la graffiante grinta dei Big Star e le immediate melodie dei Knack.
Nati nel 2003 da una costola dei Retarded (storico gruppo punk rock di Voghera con alle spalle più di 300 concerti in tutta Europa e due tour americani), i Radio Days sono riusciti a imporsi come una delle migliori band Powerpop italiane, sviluppando nel tempo uno stile personale e concentrandosi su un'intensa attività live.
Dopo un omonimo disco del 2006, la svolta avviene nel 2008 con la pubblicazione per l'americana Insubordination Records dell'EP “Midnight Cemetery Rendezvous”.
L'EP viene accolto in maniera entusiastica da critica e pubblico e permette ai Radio Days di suonare 70 concerti in giro per l'Italia e l'Europa, partecipando a festival di rilievo internazionale tra cui il “Purple Weekend” a Leòn, Spagna, l'”International Pop Overthrow” allo storico Cavern Club di Liverpool, il “Lee Rocks” a Firenze e il “Pop Circus” a Milano, dividendo il palco con gruppi come i Rubinoos, Blues Magoos, Rakes, Maccabees, Good Shoes, Those Dancing Days, Teenagers, Marky Ramone, Frank Popp Ensemble, Squire, Chixdiggit, Mcrackins e molti altri.
Sempre nel 2008 i Radio Days hanno la possibilità di aprire le date italiane del tour dei Beat di Paul Collins uno dei padri fondatori del Powerpop.
L'intesa che si viene a creare fra l'ex batterista dei Nerves e i Radio Days sfocia nella pubblicazione nel 2009 di uno split 7” condiviso dalle due band pubblicato da Surfin' Ki! Records seguito da un secondo tour italiano.
Nel marzo 2010 i Radio Days entrano in studio per registrare il loro secondo album “C'est La Vie”.
Registrato all'Elfo Sudio di Piacenza da Daniele Mandelli, “C'est La Vie” è il disco che traghetta i Radio Days verso la piena maturità compositiva, consacrandoli come una delle migliori realtà nel panorama indipendente italiano.
L'uscita è prevista il 15 Novembre, Tannen Records si occuperà della stampa del CD e del download digitale per l'Italia, Surfin Ki! Records pubblicherà la versione in vinile e Insubordination Records pubblicherà il CD negli Stati Uniti.
Le date di promozione di “C'est La Vie” avranno inizio con un tour europeo di 18 date che vedrà i Radio Days suonare in Italia, Francia, Spagna, Belgio, Olanda e Germania in compagnia di Kurt Baker dei Leftovers.


- RECENSIONE -
Le influenze più importanti che caratterizzano la band provengono da gruppi come The Beatles, Knack, Rubinoos, Big Star, Elvis Costello, Paul Collins; un mix di energia punk rock e melodie pop.
La tracklist comprende brani come "Spinning Round The Wheel", forse il pezzo con una velocità in apertura maggiore, per passare poi a pezzi come "So Far So Close", "Evelyn Town", "The Meaning Of Fire", più trascinanti ma non paragonabili però a ballate più "lente"; come dimenticare "Sleep It Off" o "Elizabeth". Insomma, un album maturo ed elaborato, pieno di arrangiamenti eccezionali e riff non indifferenti che incuriosisce di certo il pubblico, ma che va assimilato in almeno due o tre steps per rendersi conto dell'effettiva capacità compositiva di questi quattro ragazzi milanesi ed avere un piccolo capolavoro da conservare tra le proprie collezioni.
Buon ascolto!