giovedì 9 dicembre 2010

Interview with Assyrians!


INTERVISTA A MARCO GIUDICI, VOCE, CHITARRA E ORGANO DEGLI ASSYRIANS

Parlaci della tua band, gli Assyrians
Gli Assyrians sono formati da tre, o forse quattro, persone. Juju si occupa delle chitarre e del farfisa, Dandy dei tamburi e Marco del basso. Si sono formati dopo l'ultimo ottobre, impegnandosi subito in delle sessioni di registrazione di alcune promo tracks.

La vostra biografia (che si può trovare qui: Bio) è molto particolare ed insolita; perchè avete scelto di descrivervi così? da dove avete preso spunto, anche per la scelta del nome Assyrians?
Non sarei stato capace di scriverla in modo diverso, mi è venuto più spontaneo fare in questo modo ed ogni altro tentativo sarebbe risultato artificioso. Non è un'invenzione di punto in bianco: c'è più verità di quel che sembra.
La scelta del nome si riconduce alla nostra volontà di chiamarci con un nome di un popolo, ci piaceva l'idea ed il suono della parola che abbiamo scelto.

Ognuno dei componenti degli Assyrians suona già in altre band; come mai la scelta di suonare in un nuovo gruppo? cosa vi ha uniti?
Credo che ci abbia uniti la volontà di provare a produrre qualcosa che non suonavamo con gli altri gruppi, ispirandoci al nostro gusto comune.

Quali sono le band o i modelli principali a cui vi ispirate?
Sono molte le influenze, ti posso dire che ciò che ci ispira maggiormente sono i gruppi psych, popsike e freak beat di fine anni '60 (Kaleidoscope inglesi, Pink Floyd di Syd Barrett, Marc Bolan - sia con i John's Children che con i Tyrannosaurus Rex - , Creation, Majority, Fleur De Lys, Factory, Love, Electric Prunes, ecc). Poi ci sono anche diverse band di neo-psychedelia degli anni '80, tre su tutte: Spacemen 3, Dukes of Stratosphear e Three o' Clock. I Kinks.

Quali sono i vostri progetti futuri?
Immagino di suonare qualcosa di cui essere soddisfatti, anche nella possibile prospettiva di suonare in giro e di essere prodotti.


- RECENSIONE - 
Questa volta ci occupiamo di una recente formazione, un trio: Juju, Dandy e Mavers. Loro sono gli Assyrians.
Coraggiosi e intraprendenti si affacciano sulla scena-non scena con una demo; si fanno spazio nel pop psichedelico, un genere non troppo in voga soprattutto qui in Italia.
I loro brani sono atmosferici, quasi come un viaggio ad occhi aperti nell'inconscio, un sound dream psycho-pop.
"Buccaneer's Memories" si apre come fosse una parata militare, la batteria ci lancia colpi martellanti in stile banda, i riff di chitarra ti riportano con la testa ad uno scenario western; il pezzo riceve la spinta decisiva nella parte centrale, con una scarica che lo rende decisamente magnetico.
La fiera e imperante "Fossyl", secondo brano della band milanese, si presenta con un ritmo crescente e una voce trascinante, avvolgente, ovattata il termine giusto, che risuona come un eco lontano. Lo stile marching band viene riproposto in questa traccia e rimane pressappoco in tutte le altre.
Il viaggio prosegue con "The emerald tale", pezzo lento e lineare che genera un inconfondibile flusso di suoni e visioni; un'altra dimostrazione della sensibilità di questa band nel saper utilizzare refrain accattivanti ed una psichedelia seducente fondata sull'ipnosi dei suoni con un presupposto stilistico replicato.
Il quarto pezzo "Hellebore", è forse il più incalzante dimostrandosi più vivace sul piano ritmico.
Degli Assyrians suggestivi che portano l'immaginario a confondere la realtà, come un'allucinazione, come un'illusione ipnagogica, dove le percezioni visive, uditive e tattili si fondono l'una con l'altra catapultandoti in un'altra dimensione sensoriale; un'esperienza mentale che si manifesta sotto forma d'immagini, per poi scomparire lasciando il posto ad un sonno ristoratore.
I tre musicisti fanno valere il proprio background psichedelico e noi marciamo sulle loro frequenze, marciamo insieme agli Assyrians. 



Recensione di Catia

Nessun commento:

Posta un commento