lunedì 10 gennaio 2011

Recensione Daisy Chains + Urban Clothes + Colin Farrell + Skinniboys + Tso! @ Magnolia!

La situazione iniziale è stata questa: sei gennaio, epifania, magnolia.
Come ben sapete tutti ormai, né la pioggia né la neve, nessuna condizione atmosferica ci ferma, tantomeno la befana.
Sono le ventuno e trenta, c'è un gran silenzio e il cancello del magnolia sembra chiuso ma noi entriamo lo stesso.
Operazione tesseramento. Essì nuovo anno, rinnovo della tessera soci, mi sembra ovvio.
Finalmente siamo dentro e raggiungiamo i nostri amici di "The kids are united" che hanno già cominciato a metter su un po' di bella musica.
Il locale è ancora vuoto quindi si fan due chiacchere coi primi arrivati e si prende da bere; vodka lemon per intenderci, sarà anche il 2011 ma i gusti son sempre quelli.
Tra una partita a biliardino e un'altra è tempo di cominciare. I primi a salire sul palco sono i TSO, band garage/pop/surf milanese (la bassista è la stessa delle Cocos per intenderci) che, sprovvisti di un batterista si sono arrangiati con delle basi registrate, facendo comunque la loro “porca” figura tra pezzi in inglese e italiano. La gente comincia ad arrivare a scaglioni e ad avvicinarsi al palco mentre i tre giovani scaldano l'atmosfera con pezzi davvero accattivanti che vengono molto ben apprezzati dal pubblico.
Dopo la prima mezz'ora è il turno degli Skinniboys, un quartetto tutto garage/indie-rock dalle sonorità un po' psichedeliche, che riescono a far esplodere il pubblico coinvolgendolo al centopercento. Band davvero impressionante. Da citare “A forest” dei Cure, personalizzata alla grande. Ben fatto Skinni!
Tra una band e l'altra continua il djset; siamo ormai a metà serata e il magnolia è stracolmo di persone parlanti, vaganti, scatenate; comunque davvero tante per essere una serata di inizio anno, oltretutto di festa.
Il terzo gruppo è pronto ad esibirsi, loro sono niente popòdimeno che i Colin Farrel. Gruppo punk capitanato dal nostro energico quanto strampalato Mob. Un pazzo (in senso buono) che vaga qua e là cantando pezzi come Neil Aspinall (nel quale il ritornello è stato tramutato in Pete Doherty is dead), Eat me e Lollo is on cortisone (ormai l'inno della band e dei fan).
Uno spettacolo imperdibile il loro che vede il pubblico seguire, letteralmente parlando, il cantante sul palco, giù dal palco e perfino in bagno. 'Streets on fire, the MOB goes wild.
Gli Urban Clothes sono i prossimi in scaletta. Un indie pop rock il loro, dalle sonorità travolgenti e malinconicamente energiche; i loro testi sono forse la parte più convincente e che più spicca come dote del quintetto milanese. A parte qualche ragazzetta che si dimenava sotto il palco, il pubblico seppur numeroso risultava un po' freddo ma comunque interessato a sentirli; e seppur non sarà stata una delle serate migliori da questo punto di vista, d'altro canto rimangono tecnicamente perfetti e precisi, esperti e capaci di trasportare l'ascoltatore nel loro piccolo/grande mondo.
Il gran finale è tutto bergamasco con i nostri amici Daisy Chains. Band indie-rock capace di unire tutto il pubblico in una catena di corpi e braccia, di cori generali; i loro inconfondibili riff di chitarra e giri di basso veloci coinvolgono tanto da non lasciarti scappare, devi stare lì a sentirli, a cantare e ad avere una mezz'ora di confronto emozionale con loro. E tutto questo è fatto in perfetto stile gentlemen.
Siamo giunti al termine, o quasi, perché tra una sigaretta e l'altra la gente ora si scatena nelle danze e si lascia andare sulle note delle canzoni proposte dai due dj bolognesi del “Death Dudes & Depravation” venuti a trovarci direttamente dal Covo. Viva viva la befana!


Recensione di Catia

1 commento:

  1. ciao, vi va di fare scambio banner? nel caso mandami una mail a davidec81@inwind.it
    grazie

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