lunedì 25 ottobre 2010

Recensione della serata al Covo club! con: The Manges, The Cocos


Sabato sera, nonostante le diverse possibilità che Milano ci offre, decidiamo di optare per una trasferta a Bologna dove, al Covo, suonano Manges e Cocos. La serata comincia verso le undici quando le Cocos salgono sul palco: scelgono una scaletta corta, veloce e incisiva. Scelta azzeccata, il pubblico segue e il risultato è più che gradevole. Unico errore tecnico della band una falsa partenza sul loro quarto o quinto brano. Tuttavia si sa... è Punk Rock!
Tempo dieci minuti e già tocca ai Manges. Aprono con "Stalag 17/Good Morning Campers". Il pubblico è un immobile ma c’è già chi canticchia. Seguono quaranta minuti in cui si alternano classici come "Barrage of Hate", "Blame Game" e "Oh Mary" a canzoni nuovissime come "Bad Juju", "Back to the Training Camp" e "M.I.A". Man mano che il concerto prosegue sempre più gente canta e solleva le braccia a tempo. I Manges suonano senza pause e il pubblico segue attento. Certo fa strano a una settimana dal Release Party in scaletta, dove il casino era al top, rivedere il quartetto spezzino con un pubblico fermo. Tuttavia devo ammettere che per una volta mi sono goduto per bene tutto il concerto. Lo show sembra finito con "Ten Shots" ma poi i Manges salutano con il bis: "Serenity Now", "Havana Affair" e "I Don’t Wanna Live in Hell". Scaletta identica a quella di una settimana fa ma concerto completamente diverso. D’altro canto la serata a mezzanotte e venti non è certo finita e il fatto di non essermi devastato come al solito non mi dispiace. Adesso tocca al Dj set di Gaia London Loves e Fra Likely Lads. Dopo un quarto d’ora la sala, stretta e lunga, con le pareti nere e pochissima luce, si riempie di gente che canta e balla. I dj alternano musica indie a elettronica senza dimenticare qualche brano punk e garage qua e là. La gente è soddisfatta e quando alle tre e mezza il dj set finisce un bel po’ di gente si lamenta del fatto che la serata non vada avanti. D’altro canto è ora di tornare a Milano. 

Recensione di Ame Bumpkin'

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